Sensibile cultore di napoletanità e attento, infaticabile collezionista, Gaetano Bonelli ha raccolto in lunghi anni di sapienti ricerche uno straordinario patrimonio di reperti che copre un arco di mezzo millennio, diviso in venti aree tematiche tra le quali non manca la musica, il teatro e, più ampiamente, lo spettacolo. E giacché ha anche recentemente visto coronare il suo sogno di poter far convergere tanto sua ponderosa collezione in un museo dedicato a Napoli, grazie all’encomiabile ospitalità offertagli da quell’antica, prestigiosa istituzione partenopea che è la Casa dello Scugnizzo, oggi, per gli studiosi e gli amanti della storia della musica è possibile accedere ad un nuovo, prezioso ricettacolo di documenti. Stiamo parlando di centinaia di locandine di antichi teatri cittadini, in buona parte risalenti a prima dell’unità d’Italia, spartiti ottocenteschi, “copielle”, ossia sottilissimi fogli sui quali, nell’epoca aurea della canzoneclassica napoletana, venivano stampate melodie e parole, autografi di E.A.Mario, autore di innumerevoli, celeberrime canzoni e de “La leggenda del Piave”, e l’ultimo autografo conosciuto di Saverio Mercadante che nel 1870, anno della morte dell’artista, chiudeva un contratto d’affitto stipulato con un omonimo discendente di Gaetano Filangieri. Circa il solo teatro di San Carlo, sono visibili rarità tali da non figurare neanche tra i documenti che possiede quella prestigiosissima istituzione. E sono locandine che vanno dagli inizi del XIX secolo alla metà del secolo seguente, fotografie, programmi di sala, progetti di restauri, biglietti e altre curiosità storiche. Né mancano cimeli legati al glorioso conservatorio di San Pietro a Majella. Insomma, a Napoli, in questi giorni, grazie al paziente, lungo lavoro e la generosità di un solo isolato mecenate, sta un po’ avvenendo, per la storia dell’arte dei suoni, l’equivalente di quello che per gli archeologi è l’apertura diuna nuova tomba egizia.
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