La soluzione della crisi? Krugman: “Stampare moneta, riprendere a crescere”…
 











La Morgan Stanley, si sa, è una delle “sette sorelle” della finanza speculativa e usuraia internazionale. Quella che affonda i debiti pubblici nazionali a colpi di prestiti e derivati.
Poco dopo l’avvento di Monti si era appreso e avevamo subito reso partecipi i nostri lettori (il resto d’Italia è rimasto invece ignaro) su vita ed opere di Giovanni, rampollo trentanovenne del “Magnifico Rettore” della Bocconi “prestato al governo” (anche lui cortigiano delle varie Moody’s, Goldman & Sachs e banche d’affari varie).
Breve curriculum. Il Monti jr, laureato alla Bocconi nel 1997 e finito subito al vertice di Parmalat, gestita dal commissario “amico di famiglia” Enrico Bondi, quindi entrato - sempre ai vertici - di Citigroup, quindi in cima alla detta Morgan Stanley, e poi premiato a 39 anni con una cattedra in Economia all’università valdostana.
Il fatto. Nelle more della folgorante carriera, cosa accade? Che il ministro del tesoro“tecnico”, del governo “tecnico”?Monti, appena passato capodanno 2012 ha elargito in gran silenzio 2 miliardi e 567 milioni di euro delle casse pubbliche alla detta Morgan, per un “affare di derivati” andato in scadenza. Quei titoli avvelenati, cioè, che contribuiscono a dilatare il debito nazionale con 80 miliardi di interessi usurai l’anno. E che, invece di restituirli in comode rate, sono stati subito succhiati dal grande parassita già vicepresieduto dal rampollo.
Monti jr è evidentemente un clone del padre e mago della finanza. Un giovane in buona compagnia, sembra. Infatti presso la Morgan Stanley “opera” anche un altro illustre rampollo “nazionale”, un Draghi jr, Giacomo. Ovviamente con mansioni di tutto rispetto: attività speculative sui mercati finanziari dopo le iniezioni di denaro da parte della Bce al sistema bancario europeo.
A Mario Borghezio, eurodeputato che ha chiesto lumi su tale eclatante conflitto di interessi, la Banca centrale europea, “ammantandosi digesuitiche circonlocuzioni e spendendosi in elogi al Draghi Mario (“osserva rigorosamente il regime deontologico della BCE e assolve i propri compiti in maniera imparziale e obiettiva, senza l’influenza di alcun interesse privato o personale”)”, ha risposto il Vice Presidente Vitor Constancio, “con ipocrita cortesia”.
In breve, su tale situazione gli organi decisionali BCE sono tenuti al... segreto professionale e obbligati a non divulgare informazioni per una questione di riservatezza anche nei confronti dei familiari”. In parole povere, chiosa Borghezio, la privacy invocata per coprire un “marchiano conflitto di interessi”.
Ma si sa, i figli sono figli. Anche se imberbi o quasi. E i due Marii “tengono famiglia” e debbono pur far qualcosina per far superare a Giovanni e Giacomo avversità e ostacoli.
Ed ecco venire incontro loro le offerte “graziose”?(nel senso di benefiche) delle sette nuove sorelle della Finanza.
In questi precisi due casi la Morgan Stanley. Ma i buoniuffici sono anche della Salomon Brothers, della Jp Morgan e della Goldma &?Sachs, delle agenzie Standard &?Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings.
Sono i munifici Lord Protettori dei due Marii.
L’uno al governo dell’Italia a pagare gli interessi. L’altro alla guida della Bce ad emettere euro da distrinuire alle banche appunto per far pagare l’usura. Lorenzo Moore
Ancora una volta è Paul Krugman, uno dei più bravi economisti oggi esistente al mondo, a darci l’esatta chiave di lettura del principale problema economico che angustia l’ economia americana: l’enorme ammontare del debito pubblico.
Ma è del tutto intuitivo che la stessa chiave di lettura, nella sua quasi completa interezza, è applicabile anche al caso Europa. È cosa nota infatti che la federazione americana, così come molti Stati dell’Europa, è oberata da un indebitamento molto elevato. Quella americana è attestata oggi attorno ai 16 trilioni di dollari , ovvero oltre il 75% del prodotto interno lordo. Un debitoche, spalmato su ogni singolo cittadino Usa (anche i neonati) significa circa 45.000 dollari a testa.
Nessuno prende alla leggera un fatto del genere, è ovvio, nemmeno Krugman, ma proprio perché il problema è grave, esso va affrontato nel modo giusto.
E Krugman nel suo recentissimo articolo di domenica 25 novembre dice (ancora una volta!) che il modo giusto non è quello di aggredire il debito a testa bassa pensando solo a ridurne l’entità senza curarsi degli effetti collaterali. Quello è solo il modo più semplice, ma è quello degli sprovveduti, e crea guai a non finire.
Purtroppo è stata proprio la politica economica fin qui perseguita, fin dall’inizio della crisi, da tutti i repubblicani (e anche da diversi democratici). La politica cioè di tagliare tutte le spese superflue e anche (dolorosamente!) quelle che tagliabili non sarebbero state.
Se ci aggiungiamo contemporaneamente anche un incremento delle tasse è del tutto certo che la forbice del debito pubblico sichiuderebbe abbastanza in fretta. Peccato però che ci abbiano già provato a seguito della terribile crisi del 1929, e il risultato fu disastroso. Il debito scese subito, ma nell’economia venne innescata una recessione tremenda che durò vent’anni.
Questa cosa ormai è stata detta e stradetta dozzine di volte sia da Krugman che da moltissimi altri economisti. Eppure un gran numero di politici sembra non crederci, oppure, dato che le crisi possono essere usate anche a scopo politico, fingono di non crederci per conquistarsi un vantaggio politico.
Proprio in questi giorni è in atto lo scontro tra l’amministrazione Obama, che ha il compito di governare i prossimi 4 anni, e gli avversari repubblicani, per evitare a fine dicembre di cadere nel “fiscal cliff”, cioè proprio quello che si diceva prima: una combinazione di forti tagli alle spese e di forti incrementi fiscali dovuti al venir meno di alcuni sconti fiscali giunti a scadenza. Diversi economisti, anche bipartisan, dannopraticamente per certo che, se non verrà fatto nulla, l’effetto sarà di una ricaduta pressoché immediata in forte recessione. Quindi sono quasi tutti d’accordo nel sostenere che ciò non deve accadere, ma quando si scende nel dettaglio di ciò che si deve fare per evitarlo si accorgono subito che la “medicina” da somministrare non è la stessa. I democratici di Obama vorrebbero aprire la strada all’inasprimento fiscale sui ricchi, i repubblicani insistono invece sulle riforme che generano tagli soprattutto sulle spese sociali perché, dicono, “con un debito simile facciamo la fine della Grecia!”
E qui interviene Krugman a dire che questo è solo un “fiscal phantom” (fantasma fiscale) usato a semplice scopo politico. Gli Stati Uniti non corrono assolutamente questo pericolo perché, a differenza della Grecia (legata all’euro, e quindi impossibilitata a stampare propria moneta), possono stampare, e stampano già, tutta la moneta che occorre. Quindi è possibile escludere quasi del tutto unrischio di default sul debito. E qui Krugman precisa che il “quasi” è dovuto esclusivamente al rischio che i “falchi” del partito repubblicano ripetano i trabocchetti usati nel 2010-2011, quando usarono il tetto rigido all’indebitamento per impedire a Obama di fare le spese necessarie a risollevare l’economia.
Ecco, proprio il tetto del debito, non è anche in Europa uno dei punti centrali delle manovre per risanare il bilancio dei singoli Stati?
Occorre parlar chiaro: è come legare mani e piedi a uno che ha bisogno di correre. È come lasciare senza carburante i carri armati che devono difendere il paese. È follia pura! I “fiscal phantoms” si attaccano alla scusa che non si possono lasciare i nostri debiti da pagare ai nostri figli.
Certo, non è giusto far pagare i nostri debiti ai nostri figli, ma sarebbe ancor più ingiusto costringerli a espatriare per trovare lavoro e il necessario per sopravvivere. A questo ci porta la politica di austerity! In Europa è purtroppo un fattogià visibile da tutti. Persino l’economia tedesca sta rapidamente scivolando verso la crescita zero.
Rimane ai “fiscal phantoms” soltanto lo spauracchio dell’inflazione da agitare. Dicono: se stampiamo moneta e alziamo il debito verremo schiacciati da una inflazione insostenibile!
Anche a questo risponde Krugman: “Sì, stampare moneta in eccesso genera inflazione normalmente, ma non quando l’economia è fortemente depressa. In tal caso l’aumento del debito farebbe aumentare l’inflazione solo di poco e consentirebbe di fare ciò che occorre al rilancio dell’economia.
Ma anche l’aspettativa di un pò di inflazione non farebbe per niente male all’economia, perché scoraggerebbe le compagnie private, attualmente molto “liquide”, dallo stare “sedute” su tutta quella liquidità. Esse verrebbero perciò invogliate a investire. Un po’ di inflazione farebbe anche indebolire un pò il dollaro in campo internazionale, e ciò farebbe tornare le nostre esportazioni più competitive”.
La lezionedel prof. Krugman è dunque di una semplicità estrema: se volete uscire dalla crisi scacciate i fantasmi del debito, le cose ricominceranno presto a funzionare.
Anche lui guarda alla Grecia come esempio da non imitare. Ma non per come hanno formato il gigantesco debito, che pure è stato un errore grave.
L’errore madornale però è stato per come sono stati capaci di mettere in ginocchio una intera nazione con quelle politiche scellerate di rientro dal debito. Roberto Marchesi (Dallas - Texas)
La soluzione della crisi? Capire le ‘loro’ due semplici regole e cambiare paradigma
Mentre nelle facoltà di scienze economiche continuano a studiare una economia teorica praticamente simile alla favole di bianca neve e i sette nani, la finanza internazionale realizza profitti applicando altre regole in maniera coercitiva ed imperiale.
Spuntano esperti da ogni parte cercando di spiegare chi ha determinato la crisi, o da dove ha origine la stessa; analisi su analisi, e lunghe discussionisu quale cura è meglio attuare per sconfiggere la crisi.
La verità è che le regole che la finanza imperiale internazionale applica con diversi attori che spesso non sanno neanche cosa stiano facendo sono sempre le stesse. Imporre la propria moneta privata con regimi di interessi crescenti e realizzare dei cicli espansione monetaria e rarefazione monetaria. Due semplici regole che si trascinano tutto il resto. L’obbiettivo è sempre lo stesso fin dai “quarant’anni passati nel deserto”...
La loro tecnica è di inserirsi al vertice di ogni nazione e con la tecnica del plagio, della perseveranza, della corruzione, del vittimismo, dell’omicidio e di qualunque mezzo se necessario, emanare leggi al fine di togliere la sovranità al popolo per prendersi il “potere di emissione monetaria”, preso questo, il resto cadrà ai loro piedi senza problemi. In qualche nazione si riuscirà al 100% in altre al 70 non importa, importa che la struttura generale della generazione del denaro dal nulla sianelle loro mani.
Con la gestione della moneta amministreranno le ricchezze private e pubbliche come giocatori professionisti e, peraltro, sarà sufficiente far seguire ai cicli di espansione monetaria con credito facile, cicli di restrizione del credito, ossia di rarefazione monetaria e di rientri forzati, cosicché le
popolazioni ed i suoi governati siano costretti a far tutto, stritolati come saranno dalla morsa del debito.
Sono due regolette semplici e banali, ma talmente banali che l’enorme gregge della popolazione non le riesce a comprenderle.
Non le comprende perché il gregge è stato programmato per non comprenderle; anzi, di più: bisogna far sentire il gregge anche in colpa. Con il senso di colpa, di frustrazione, di rassegnazione il gregge si addomestica e lavorerà ancora di più per generare ricchezza per il potere bancocratico. Già il Barone Giuseppe Corvaia nel 1840 metteva in guardia da potenziali governi dei banchieri che non avranno altro “interesse” che per leloro azioni.
Oggi stiamo in mano a Monti un nominato senatore a vita (per meriti bancari) da un’altro nominato (forse per servigi resi ai padroni) Giorgio Napolitano che mette in atto nientemeno che il ciclo di
rarefazione monetaria di cui si parlava sopra.
Il primo ciclo di stretta nella liquidità fu attuato nel 1992 dalla banda Amato, Andreatta, Draghi e
Company. Allora ci fu un primo rastrellamento di ricchezze. Ricordiamo che la rarefazione monetaria (indotta) si realizza con un immensa compagna mediatica. Questa volta innescata con lo spauracchio dello “spread” e seguita dalle indicazioni-diktat delle indagate e private agenzie di raating che si arrogano il compito, addirittura, di dare la pagella a degli Stati sovrani.
Agenzie che fanno il loro lavoro pagate dal sistema finanziario proprio per creare le condizioni di rastrellamento delle ricchezze.
Certamente la colpa è un po’ di tutti, anche perché lo sport diffuso di alzare il dito sempre verso qualcun altro èmolto diffuso. La politica, teoricamente “selezionata” dovrebbe avere un grado di consapevolezza maggiore del suo elettorato, ma così non è stato e anzi ormai è dimostrato che è quanto meno collusa con il sistema finanziario, per una serie di ragioni tra cui il finanziamento ai partiti (oltre a quello “diciamo” legale).
Manca una etica sana in un contesto degenerato in cui nessuno sembra più essere responsabile per quello che fa. La stessa Corte costituzionale è irresponsabile. Prova ne sia il placet per un organismo tipo “Equitalia”.
Del resto se tutto lo Stato, compresa la magistratura, si è piegato al neoliberismo e al sistema finanziario della moneta debito, non c’è da stupirsi se tutto funziona male ad eccezione del sistema bancario “alto” e cioè di grande usura.
Viviamo in un momento di confusione universale in cui ogni riferimento sta crollando e tuttora la campagna mediatica sta proiettando le immagini di una realtà che sta per sbriciolarsi in polvere finissima, bastipensare che il volume della economia immaginaria (borse, derivati, trading vari, found, ecc) è cinque volte l’economia reale.
Il Monti viene fatto passare per salvatore della credibilità dell’Italia in Europa (quale Europa, quella dei popoli o dei banchieri usurai?) quando è invece il liquidatore degli ultimi beni del patrimonio nazionale. Ha aumentato la rarefazione monetaria per creare le condizioni di svendita e di depressione per favorire i “compratori amici” dei banchieri, per favorire lo smantellamento dello Stato a favore dei privati, per distruggere il tessuto industriale italiano, per distruggere lo stato sociale italiano, tutto soltanto e sempre a favore dei banchieri prestatori di denaro. Se il denaro
tornasse ad essere del popolo, questi signori potrebbero certamente fare una lunghissima vacanza in Antartide a tempo indeterminato.
La cosa più inconcepibile è che nonostante siano loro ad avere bisogno di noi (il parassita ha bisogno del suo animale diversamentemuore) loro ci proiettano la falsa verità - con un continuo lavaggio di cervello - che saremmo noi ad avere bisogno di loro, e noi ci crediamo pure, ed invece basterebbe invertire il paradigma.
La realtà è che le cose si stanno aggravando. I soldi creati dal nulla della BCE sono andati alle banche che, anziché darle all’economia reale, sono stati usati per pagare i titoli di stato tossici che
avevano esse stesse in scadenza. Così le banche tedesche e francesi si stanno liberando dei titoli ritenuti “pericolosi” come quelli greci, portoghesi, italiani e spagnoli, e intanto la disoccupazione cresce, il PIL è a zero, il debito pubblico è cresciuto, chiudono magliaia di imprese, la scuola è in rivolta, i servizi sanitari sono in accelerato smantellamento, i trasporti sono ormai “benefici” per gente ricca, migliaia di ipoteche vanno in esecuzione, molti italiani alle mense sociali e così via.
Per non parlare della situazione internazionale: un Iraq e un Egitto in continua rivoltagrazie alla democrazia esportata dagli unici che la possiedono per concessione divina, la Palestina sotto i missili del democratico Israele ed amico degli americani. Una grande Siria che resiste ai mercenari (chiamati esercito di liberazione mi raccomando) mandati e pagati dagli stessi che hanno “democratizzato” la Libia, e noi che ci preoccupiamo se vince Renzi o Bersani alle primarie del PD.... Mentre un Fazio fazioso intervista il Monti che dice che sarà
ancora “disponibile per dare un contributo all’Italia” salvo, qualche ora dopo avvisare che il servizio sanitario pubblico è alla frutta e non sarà più garantito. (Traduzione: se non lo lasciamo a svendere tutto in tempo avrà bisogno di un altro mandato per finire l’opera di furto ai danni degli Italia) Certamente, con questo stato di cose, soltanto una rivoluzione “seria” può resettare tutto.
Non bisogna essere pessimisti, però: esiste una miriade di movimenti e partitini che sta nascendo ogni giorno e questo denota laconsapevolezza del fatto che la politica “vecchia” che si propone rinnovata non risolverà niente, perché si limita a curare le ferite, quando ci riesce, senza mai toccare le prime due regole menzionate all’inizio dell’articolo. I nuovi movimenti spesso non hanno la profondità e la giusta conoscenza di queste due regole per cui spesso litigano tra loro e a non
concludeono niente. Servirà un tempo tecnico (al momento proibitivo) di gestazione e consolidamento (salvo insider e partiti civetta) per poter arrivare ad avere un movimento unico forte che si possa opporre a questo coro di politicanti stonati (corus banker) che cantano sotto la
direzione del Maestro Monti.
Una moltitudine di associazioni di tre persone non fanno un esercito, ma è la realtà con cui ci si deve confrontare. L’unico mezzo per farli convergere sarebbe l’utilizzo dei mass media che però sono nelle mani del potere finanziario o direttamente (la 7, Repubblica, Corriere della sera, il Sole 24 ore) oindirettamente (sotto ricatto politico ed economico Rai e Mediaset). Dovranno morire almeno due generazioni (salvo rivoluzione) di persone (5/7 anni) perché il popolo del web abbia la maggioranza, ancora troppi anziani vanno a votare il Pd, Pdl, Udc, Idv: partiti con un retroterra ideologico già morto e sepolto. Lo fanno per una concessione edilizia avuta a suo tempo, per un concorso “vinto”, un figlio sistemato, ecc.
Quando il popolo del web (Grillo docet) avrà la vera maggioranza, non solamente quella maggioranza della minoranza che è andata a votare, ci potrà essere il rinnovamento italiano.
Ora non bisogna mollare. Anzi, occorre amplificare la campagna di informazione e formazione contro la moneta debito (l’euro è una moneta debito) e sopratutto contro il neoliberismo selvaggio che ci ha distrutto l’identità di popolo creatore e geniale.
La soluzione potrebbe passare anche dalla vera conoscenza del proprio essere, del proprio valore, e del proprio spirito. Unaconsapevolezza dell’io, porterebbe a non essere più “usati” e “programmati” da altri “esseri” fin dalle scuole elementari come schiavi per produrre ricchezza solo per loro e a farci lasciare solo le molliche. Giuseppe Turrisi









   
 



 
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