Tsipras smorza i toni: "L’accordo sul debito ci sarà". Juncker e Berlino lo gelano
 











Un chiarimento con il collega greco e una parola di speranza per la ripresa italiana. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, arriva al G20 di Istanbul smorzando la polemica scoppiata nel fine settimana con Yanis Varoufakis.
Dopo i tuoni e fulmini della domenica, nell’infervorato discorso programmatico al Parlamento ateniese, Alexis Tsipras torna a mostrarsi conciliante e fiducioso sull’esito positivo della trattativa con la Ue per la soluzione della questione greca.
Per il leader di Syiriza e primo ministro ellenico, il negoziato sul debito tra si concluderà con un "compromesso vantaggioso per tutti" e l’attuale fase di stallo e dovuta unicamente a "motivazioni politiche". Lo ha indicato da Vienna, dove ha incontrato il cancelliere austriaco Werner Faymann. "Non vogliamo uno scontro con i nostri partner, il nostro obiettivo è quello di lavorare duro", ha affermato Tsipras, "credo che raggiungeremo nei prossimi giorni un accordo su unasoluzione condivisa a livello europeo".
Sui contenuti delle sue richieste, che partono da un prestito ponte per arrivare all’estate e poter così con calma trattare un nuovo accordo, Tsipras ha assicurato che questo "non peserà sui contribuenti europei per nemmeno un euro. Il nostro programma prevede un prestito ponte dal 28 febbraio al 1 giugno". "In questo modo avremo lo spazio di manovra fiscale e il tempo per iniziare ad applicare il programma e ripristinare i servizi pubblici. Chi scommette sul fallimento della Grecia, scoprirà di aver sbagliato", ha aggiunto Tsipras, "voglio assicurare che ci sarà un accordo con i nostri partner". Anche il suo ministro delle Finanze, Varoufakis, ha spiegato fermo ma conciliante: "Presenteremo le nostre proposte, e andremo avanti, per attuare profonde riforme in collaborazione con l’Ocse. A questo elenco aggiungeremo circa il 70% delle riforme e degli impegni previsti nell’attuale piano di salvataggio. Il restante 30% sarà o sospeso ocancellato".
Il primo ministro greco ha poi affermato di "non aver ancora sentito di alcuna alternativa specifica o percorribile al nostro piano". Il suo ottimismo è stato però gelato dal presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, secondo il quale nell’area euro "non è aria" di un cedimento alle richieste di un prestito ponte incondizionato. E "non penso - ha aggiunto a margine di un convegno nei pressi di Berlino - che riusciremo a trovare un accordo in tempo" per il vertice europeo di questa settimana.
Intanto da Berlino anche è arrivata una prima risposta alle bordate di Tsipras, che domenica ha evocato anche la richiesta di danni per la guerra e il nazismo; il vice cancelliere tedesco Sigmar Gabriel ha respinto quelle affermazioni e spiegato che simili argomenti sono stati affrontati definitivamente nei negoziati che hanno portato all’unificazione tedesca nel 1990. Quando gli è stato chiesto se Berlino pagherà le riparazioni, Gabriel ha risposto: "La probabilità èzero".
In vista dell’Eurogruppo decisivo di mercoledì, la faccenda greca continua dunque ad agitare intanto l’Europa. Il governo britannico ha convocato un vertice a Downing Street con il premier David Cameron, il Cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, e membri della Banca d’Inghilterra, per preprarsi a contenere gli effetti del possibile "contagio" dell’eventuale uscita dall’Euro della Grecia. Insomma, davvero si fanno le prove di contagio nella principale Piazza finanziaria Ue. Mentre i mercati sono in tensione, sono rientrate le polemiche con Roma. Si sono infatti smorzati i toni dopo un week end di polemiche, generate dalle uscite del ministro greco Varoufakis sulla sostenibilità del debito italiano e dalle risposte piccate di Pier Carlo Padoan. Oggi è stata la volta del chiarimento. Sostegno alla Grecia è arrivato invece dalla Francia: "Credo ci sia flessibilità per trovare una soluzione di breve termine", ha detto il ministro delle Finanze, Michel Sapin, che "auspica"un finanziamento ad Atene.
In Italia, ad attivarsi è stata la minoranza del Pd che ha chiesto la convocazione della direzione del partito: in una lettera a Renzi, Orfini e ai capigruppo Zanda e Speranza, firmata dai principali esponenti della minoranza, si auspica nella Ue un "compromesso di svolta democratica e economica nella soluzione dei problemi sistemici posti dal Governo greco". r
 









   
 



 
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