Il direttivo della Banca centrale europea annuncerà oggi che saranno effettuati acquisti di titoli pubblici del debito pubblico di quei Paesi ritenuti a rischio per l’alto livello del loro debito pubblico. I titoli in questione non saranno quelli a 10 anni, come i Btp italiani e i Bonos spagnoli sui quali negli ultimi 12 mesi la speculazione anglofona è andata a nozze, trascinando in alto il differenziale di rendimento con i Bund tedeschi, ma quelli triennali. In parallelo la Bce ridurrà la massa monetaria circolante per un valore corrispondente. Nuova liquidità immessa nel sistema si trasformerebbe infatti in nuova domanda e rischierebbe così di riaccendere l’inflazione. L’istituto di Francoforte, come compito istituzionale, deve appunto agire per contenere la dinamica dei prezzi e questa è stata la linea seguita da tutti i presidenti della Bce. L’attuale presidente, Mario Draghi, ex vicepresidente europeo della Goldman Sachs, è stato obbligatodalla opposizione del governo tedesco e del suo rappresentante nella Bce, Jens Weidmann, a rinunciare all’acquisto di titoli decennali come aveva più volte annunciato e alla strategia di fare passare il provvedimento a maggioranza nel direttivo dell’istituto di Francoforte. Non se ne parla, gli hanno replicato Merkel e Weidmann. A comprare Btp e Bonos decennali ci penserà invece il fondo permanente europeo salva Stati, l’Esm, come era stato deciso al vertice europeo del 28-29 giugno a Bruxelles. Un Esm che non è ancora operativo perché manca il voto del Bundestag che arriverà soltanto dopo la decisione della Corte Costituzionale tedesca sul ricorso presentato dal partito di sinistra, la Linke, contro la ratifica di quello che è un trattato internazionale e che per le sue implicazioni inficerebbe, questa è la tesi, la sovranità tedesca. Ieri, la cancelliera Angela Merkel ha messo le mani avanti richiamando all’ordine Draghi e ammonendolo che la Germania può accettare un piano diacquisti di titoli di Stato da parte della Bce soltanto “temporaneo” ma sicuramente non acquisti “illimitati”. La linea tedesca resta così quella del rigore. Per Berlino, a calmierare lo spread tra Btp e Bonos con i Bund, non servono provvedimenti tampone ma è necessario che i Paesi interessati riducano il debito pubblico e taglino la spesa. Anche se, ma la Merkel non lo ha detto, questo comportasse, come in Italia, lo smantellamento dello Stato sociale e la vendita delle aziende pubbliche.Filippo Ghira
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