Moody’s, la procura insiste al lavoro un pool di esperti
 











Un pool di esperti internazionali per scoprire le carte di Moody’s. La procura di Trani ha deciso di affidarsi a un gruppo di consulenti delle migliori università italiane per spulciare nelle analisi dell’agenzia di rating che oggi, così come un anno fa, sta causando un terremoto nelle borse italiane. Secondo Moody’s, infatti, debito pubblico e sistema bancario italiano non sarebbero affatto solidi. La valutazione ha creato scompiglio nei mercati facendo crollare una serie di titoli, primi tra tutti i bancari. L’operazione non convince però i magistrati pugliesi che da più di un anno indagano sull’agenzia di rating americana.
Così il sostituto procuratore Michele Ruggiero ha chiesto alla Guardia di finanza di acquisire i nuovi report e contemporaneamente i commenti degli analisti nazionali e internazionali per capre le fonti dalle quali sono poi nati i giudizi dati da Moody’s. E soprattutto se pongano fondamenta su basi solide oppure no. Da unaprima analisi, e soprattutto da un primo giro interrogatori, sembrerebbe infatti che i report della società di rating americana non siano condivisi dalla comunità scientifica internazionale. Ciò nonostante creano lo scompiglio nei mercati, bruciando milioni di euro in pochi giorni. Il ruolo del pool di super consulenti  -  che riceveranno l’incarico nella prima settimana di luglio  -  sarà proprio quello di verificare la fondatezza scientifica delle valutazioni di Moody’s. Qualora si ravvisasse un comportamento doloso da parte dell’agenzia, Trani è pronta a chiedere a Bankitalia e alla Consob l’interdizione della società di analisti.
Al momento i tre tecnici che si occupano dell’Italia sono indagati per market abuse, manipolazione del mercato finanziario, aggiotaggio, divulgazione di notizie false o non completamente vere che turbano il mercato azionario. L’inchiesta è condotta dalla procura di Trani perché nasce da un esposto presentato ormai un anno fa daFederconsumatori e Adusbef: le associazioni chiedevano di verificare se ci fossero state speculazioni a danno dei risparmiatori, all’indomani della diffusione di notizie sulla tenuta del sistema economico e bancario italiano, presentata da Moody’s, che provocarono un’alterazione del prezzo degli strumenti finanziari, titoli azionari e obbligazionari. Era il 6 maggio del 2010 quando, a mercato aperto, Moody’s diffuse intorno alle 11,15 via Internet comunicati riassuntivi di un precedente report in cui esprimeva giudizi sul sistema italiano definito "a rischio", come quello di altri paesi dell’Eurozona, perché contagiato dalla crisi finanziaria della Grecia. Giudizi che le altre agenzie mondiali di rating e la Banca d’Italia si affrettarono a definire imprudenti o infondati. Ma è in questo frangente, secondo quanto denunciano le associazioni di consumatori, che i titoli italiani crollarono in Borsa con una perdita tra il 4 e il 7 per cento.
Una situazione identica a quella che si èverificata in queste ore quando Moody’s ha messo in dubbio prima la stabilità del debito pubblico e poi quello del sistema bancario. Un’indagine simile quella condotta a Trani è stata anche aperta in Spagna: la Consob ha inviato una relazione al procuratore capo Carlo Maria Capristo per spiegare costa sta accadendo nella penisola iberica.La repubblica-Foschini Giuliano









   
 



 
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