Flash mob dei sindaci
 







Castalda Musacchio




Petteruti non ne può più: -E’ ora che si cambi e si adegui il sistema alle esigenze locali, altrimenti trattiamo alla stessa stregua chi è ricco e chi è povero. Sarebbe come dire che c’è una aliquota di tasse fissa che deve colpire tutti i cittadini indipendentemente se abbiano un redditto insufficiente per sopravvivere o villa al mare e panfilo in darsena-. Lui è uno dei tanti sindaci (di Caserta) che si sono schierati contro il patto di stabilità sia al Nord sia al Sud. E contro il federalismo così come immaginato nel Meridione d’Italia, in piazza della Signoria, tra gli sguardi curiosi dei turisti, sono andati letteralmente "a tappeto" i rappresentanti degli enti locali di Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Lazio, Marche e Abruzzo. Una protesta a dir poco singolare. Dopo uno squillo di sirena ecco i "cento" armati di fascia tricolare sdraiarsi a terra per il primo "flash mob" dei sindaci. Sopra dei lenzuoli con su scritto: -Stanno mettendo il tuoComune al tappeto-.
Ciò che chiedono al Governo è piuttosto chiaro: un allentamento dei vincoli di bilancio. Altrimenti, spiega anche il sindaco di Livorno e presidente dell’Anci toscana Alessandro Cosimi, -non saremo più in grado di garantire i servizi e dovremo incidere sulla carne viva dei diritti dei cittadini-. «Dobbiamo dare maggiore flessibilità ai comuni nella gestione dei loro budget» rimarca Nardella, vice di Firenze, -per questo invitiamo il governo a non spalmare il debito pubblico solo in periferia-. Con il "flash mob" dell’Anci si è persino schierato il primo cittadino di Firenzuola (in provincia di Firenze) del Pdl, tanto per far capire che «i problemi dei sindaci e dei comuni - ha dichiarato Scarpetti - sussistono a prescindere dal colore politico; siamo tutti i giorni in prima fila per i cittadini e abbiamo bisogno della massima attenzione e sostegno, soprattutto i piccoli comuni come il nostro-. Insomma, ieri è stata la giornata di una vera e propria opposizioneistituzionale. Un’opposizione - dicono in coro - «assolutamente necessaria» e non solo contro il patto di stabilità, ma anche contro quella stranissima gestione delle risorse finanziarie che consente, per esempio, l’elargizione di fondi straordinari solo in sostizione di quelli ordinari e che porteranno le Regioni e gli enti locali al soffocamento. Così, sotto il vessillo dell’Anci, si sono riuniti tutti i primi cittadini da Nord a Sud. Una delegazione campana dell’Anci e della Lega delle autonomie si è ritrovata al Maschio Angioino di Napoli. «Non chiediamo altri soldi - ha precisato ancora il sindaco di Ercolano Nino Daniele nonché presidente dell’Anci Campania - anche se ne avremmo tutto il diritto. Noi chiediamo che ci venga data la possibilità di utilizzare i soldi che già abbiamo». Vale a dire il 38% della somma che ogni anno il Ministero elargisce ai comuni.
-Noi? - continua Fausto Pepe, di Benevento - Non riusciamo davvero a capire dove il federalismo di questo governointenda arrivare a parare. Con il 38, 40% della popolazione residente riceviamo qualcosa come il 30, 35%. Ci sono aree, in questo nostro Sud, che recuperano un 35% ma dove arriva poco più del 10% effettivo di liquidità. E’ importante che il governo capisca l’esigenza di una spesa ordinaria del 38%» per salvare ancora il salvabile.
Nel mirino della protesta c’è il patto di stabilità così come redatto, assolutamente in modo rigido, senza la possibilità di considerare - dicono in molti - anche i fattori locali nonché quelli storici. -Insomma - aggiunge Petteruti - taglia le gambe e via-. Alla protesta ha preso parte anche Rosa Russo Jervolino. Il suo? E’ un giudizio durissimo sul nuovo federalismo. -Se si attuassero in pieno le norme costituzionali non avremo niente da temere perché tali norme legano il federalismo al principio di eguaglianza dei cittadini-, dichiara. -Ma io dico - prosegue - che c’è uno svuotamento di fatto della Costituzione e mi meravigliano molte leggi. Mimeraviglio che l’attuale commissione Affari costituzionali dia il visto di costituzionalità necessario a tutti i provvedimenti per leggi che deviano al principio di uguaglianza. Mi preoccupa moltissimo. Lo trovo ingiusto ed economicamente sbagliato in quanto è una logica che continua ad allargare quella forbice tra nord e sud e non fa bene al sistema Italia-. Sistema compromesso soprattutto al Sud. Proprio oggi a Bari si terrà, ancora, una nuova manifestazione di tutti i sindaci del Mezzogiorno per chiedere al Governo nuove politiche per il Sud e il rilancio dei Comuni nella loro applicazione.La richiesta è quella di unirsi contro un federalismo assolutamente punitivo ed anche far sì che si riescano almeno a sbloccare i fondi Fas (quei fondi che erano stanziati e messi a bilancio per lo sviluppo del Mezzogiorno, in parte di provenienza europea e in parte messi a disposizione dal precedente governo Prodi, ndr). Ma, a quanto pare, Berlusconi e Tremonti non ne vogliono proprio sapere.









   
 



 
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