Notti d’inferno al Policlinico, il padiglione delle emergenze diventa dormitorio per cento clochard
 











Gli infermieri svogliatamente spingono i carrelli della cena. Qualche medico scende e sale per le scale lamentandosi al telefonino cellulare per il turno massacrante. Poi ci sono i parenti dei pazienti pronti a portare conforto e a disperdersi per le stanze durante l’orario delle visite. Ma ai piani bassi di Asclepios i protagonisti di una normale serata ospedaliera ignorano ciò che accade ai loro insoliti vicini di casa. Qualche piano più sopra. Non ci sono citofoni da pigiare agli insoliti appartamenti degli ultimi. Basta avere il coraggio di andarli a vedere con i propri occhi. Perché nei padiglioni del Policlinico di Bari c’è tutta l’umana disperazione a pochi metri di distanza da corsie, sale operatorie e posti letto per i degenti. Italiani e stranieri senza una casa, costretti a trovare riparo su un pianerottolo ospedaliero, agli ultimi piani, quelli lontani dai pazienti, quelli che conducono a terrazzi e dove mai nessuno ha messo piede. Ma isenzatetto (un centinaio) la strada l’hanno trovata in questo labirinto sanitario dove ci sono scale, rampe e accessi ma non i controlli del caso.
Nemmeno l’ombra di un vigilante. Entrare ad Asclepios senza essere osservati è di una facilità disarmante. La stessa che evidentemente ha spinto questi invisibili a sistemarsi senza essere notati. Cartoni, materassi, coperte, vestiti adagiati sulle scale e quel fetore da togliere il respiro. Perché ci sono le bottiglie piene di urina e qualche sacchetto che contiene feci umane. La disperazione appunto. Quella che si consuma in questo ossimoro sociale tutto italiano: sotto i malati fisici, sopra i malati dell’animo, quelli che hanno gettato la spugna decidendo di trovare riparo in un padiglione ospedaliero. Non potendo cercare di meglio perché l’inverno è alle porte, il freddo incalza e non è più il caso di passare la notte sotto le stelle. Succede a Neuropsichiatria infantile e in altre unità ospedaliera sistemate in quello che dovevaessere un polo di efficienza sanitaria.
Asclepios appunto. Anche a qualche piano più sopra rispetto al nuovo pronto soccorso ci sono gli alloggi di fortuna. "Cosa vi devo dire, qui la notte succede di tutto - confessa il portiere di un reparto - Proprio l’altra sera una pattuglia dei carabinieri era qui tra i viali a cercare due stranieri. Hanno fatto domande a un mio collega, ma poi più nulla. L’istituto di vigilanza del Policlinico passa alle 22 e 15. Ci chiede dal finestrino dell’auto se tutto va bene e poi va via. Non si vede più sino alle prime luci del giorno". Prima i dormitori erano le sale d’attesa della stazione, ora ci sono quelle dei padiglioni perché è facile notare una coppia sulla cinquantina che con passo svelto e con qualche busta della spesa si dirige verso Ginecologia per trascorrere lì la notte e per sistemarsi alla meglio sulle sedie. Anche questa è la nuova emergenza sociale se mancano alloggi di edilizia residenziale.
"Qui siamo in tanti, davvero. Staserane arriveranno altri, ora sono tutti in giro per la città ad elemosinare qualche spicciolo o a cercare un pasto caldo" scommette una senzatetto barese, anche lei costretta a cercare un posto in questo bazar di scale e ascensori dove l’odore del disinfettante si mescola alla puzza di scarpe consumate e di sudore. Ma la serata scorre tranquillamente: nessun infermiere o nessun visitatore alza mai gli occhi verso i piani superiori dove si palesa questa nuova frontiera della disperazione della Bari senza case popolari o sufficienti strutture per l’accoglienza. L’indifferenza che serpeggia e che consente a una infermiera di portare sino al quinto piano la sua bicicletta, di legarla con la catena al corrimano e di portarla poi via spingendola fin giù per le scale. Scene di una disarmante ordinarietà. Il viaggio tra le porte e le scale di Aslepios continua: sempre coperte, giornali, vestiti e bottiglie di plastica trasformate in posaceneri con cicche di sigaretta che galleggiano nell’acqua.Mesi fa, come ricorda qualcuno, persino i sottoscala erano occupati abusivamente dai senzatetto.
Poi sono stati sgomberati. Qualcuno indica un’altra meta da visitare, il reparto Chini. Ma arrivati qui l’ultimo piano dell’edificio è delimitato dalle sbarre, da una cancellata che custodisce degli armadietti. Non ci sono altre storie di senza casa da raccontare mentre tra i viali iniziano a comparire le figure di un’altra categoria di disperazione: i mendicanti in stampella e accompagnati dai cani che girano per il nosocomio in cerca di qualche moneta o di un pasto caldo da consumare.Francesco Petruzzelli,repubblica

 









   
 



 
27-02-2015 - Perché l’evasore la fa franca
12-02-2015 - Mutualismo vs austerità: il segreto del successo di Syriza
11-01-2015 - La vera storia della fuga di Edward Snowden
29-12-2014 - L’allarme: presto saremo 11 miliardi La chiave? L’istruzione delle donne
26-12-2014 - Maxxi, a Giovanna Melandri lo stipendio e il premio “non autorizzati”
22-12-2014 - Cuba cerca un’altra utopia senza Fidel
19-12-2014 - L’Ecuador di Correa: cambiamento reale o rivoluzione tradita?
18-12-2014 - Soffiate anonime contro i colleghi corrotti Negli Usa esiste già. Ecco come funziona
04-12-2014 - ’Mafia Capitale’ Ministro Poletti ci spieghi quella cena
03-12-2014 - Le spiagge italiane sono in svendita La lobby dei gestori può festeggiare
28-11-2014 - Roma, va in scena la Grande Tristezza, Viaggio nella capitale sfasciata dal degrado
26-11-2014 - Notti d’inferno al Policlinico, il padiglione delle emergenze diventa dormitorio per cento clochard
23-11-2014 - Il ministro Guidi valuta querela per questo articolo
20-11-2014 - Processo Eternit, sulle 2000 vittime la falce della prescrizione all’italiana
19-11-2014 - "Chi fa ricerca paga meno tasse": la guerra dei cervelli tra Italia e Francia

Privacy e Cookies