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Un nuovo esame per la ricerca del Dna del parvovirus canino e felino
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Un nuovo esame che potrà essere d’aiuto per i veterinari nel formulare la diagnosi di parvovirus canino e felino. È stato messo a punto dal personale del laboratorio di Malattie esotiche dell’Istituto zooprofilattico Sperimentale della Sardegna. La prova diagnostica porta il nome di “ricerca del Dna del parvovirus canino e felino mediante reazione a catena della polimerasi (PCR)”. Questo nuovo esame consente la ricerca del Dna del parvovirus (Cpv) del cane e del gatto (Fpv) da organi, quali intestino, milza, linfonodi, cervello e feci di animali infetti o sospetti tali. Il parvovirus è una malattia che provoca gravi forme gastro-enteriche nei soggetti di età superiore alle sei settimane con morte improvvisa dei cuccioli in seguito a miocardite e insufficienza cardiaca congestizia. I parvovirus sono dei piccoli virus, con un diametro tra i 18 e 26 nanometri, che infettano vertebrati e insetti. Le prime segnalazioni di parvovirosi nel canerisalgono al 1978 negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e in alcuni paesi Europei. In Italia il primo isolamento di parvovirus nel cane risale al 1980. Attualmente nel nostro Paese l’infezione è endemica, come nel resto dell’Europa. "Di recente – ha spiegato Annalisa Oggiano, responsabile del laboratorio di Malattie esotiche dell’Izs – si è verificata una recrudescenza del parvovirus canino che infetta anche i cuccioli già vaccinati. Sembrerebbe che non tutti i vaccini in vendita offrano una copertura immunitaria sufficiente verso gli stipiti virali circolanti nel territorio". "L’esame allora – ha affermato il direttore generale dell’Istituto di via Duca degli Abruzzi Antonello Usai – potrà essere utile per i veterinari privati, per quelli delle Asl e per i canili che potranno recapitare i campioni all’accettazione dell’ente. I campioni dovranno essere freschi, se conferiti in giornata, oppure congelati". Il laboratorio di Malattie esotiche dell’Istituto si occupa da annidella diagnosi del parvovirus dei suini e, soltanto di recente, si è dedicato ai piccoli animali d’affezione.
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