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Dire Italia è dire noia. Tra corsi e ricorsi storti e sceneggiate fuligginose, gli sbadigli non bastano mai. Non si fa in tempo a dispensarne uno che subito ne occorre un altro. Con i cicciobelli centrodestri danzanti a ritmo di musica e i ridoloni centrosinistri tutti quote rosa e sciocchezze fluorescenti, le palpebre, la bocca, i testicoli e le ovaie se la vedono veramente nera nell’eterna battaglia contro la forza di gravità. Non si parla di disoccupazione ma dei campi da golf del barbuto ferrarese; passano in secondo piano i bavagli a norma di legge alla ricerca storica e alla libertà di opinione perché tutta l’attenzione è assorbita dalle provocazioni fumogene dell’ex comico genovese. “Sparate” che hanno come unico effetto quello di sviare l’attenzione della gente dal nocciolo delle questioni e dai problemi reali. Nei palazzi della politica e nei salotti televisivi, abbonda l’aria fritta e nelle piazze, parafrasando VladimirMajakovskij, non batte “il calpestio delle rivolte”, ma il passo discotecaro di giovanotti figli della partitocrazia di risulta dell’ultimo ventennio. Poche idee e ben confuse oltre ad un’innata attrazione per i trappoloni. Vetri rotti e cocci rotti di rivendicazioni, manganellate e perizomi, apericena e lacrimoni fotogenici. La manifestazione romana contro l’austerità non si è discostata da questo copione e passata la sbornia facebookiana, è calato miseramente il sipario anche sul tema serissimo dell’emergenza casa che avrebbe dovuto calamitare cuori, cervelli ed attenzioni. I palazzinari sentitamente ringraziano e la combriccola governativa tutta “rigore” (per i contribuenti) e poltrone (per gli amici), può continuare a sfornare nomine e frottole. Accade così che una chiacchierata titolare di aziende private possa essere messa al timone dell’Eni e che una rampolla miliardaria tutta Berlusconi e mattoni si accomodi sulla poltrona più ambita delle Poste Italiane. Per non parlaredell’unto dei “signorotti”, mister diciassette incarichi Mauro Moretti, passato dalle Ferrovie dello Stato a Finmeccanica. Si ruba per fame qualche scatoletta in un supermercato e si becca la condanna ad un anno di carcere; si licenziano persone, si inquina o si peggiorano i servizi e si viene promossi e premiati. Ma anche questa è storia nota e un altro sbadiglio ci sta tutto. E mentre si svuota la fattoria dell’arcoriano Zio Tobia, vien la sera e dorme di nuovo quello spirto guerrier (ci perdoni il genio di Zante) ch’entro rugge. Perfino le maledizioni non sono più quelle di una volta, e se malauguratamente dovesse capitare di uscire dal dormiveglia, ci pensa la presidenta migrantessa a mettere a posto le cose con un “messaggio” alla camomilla dei suoi: “I migranti sono l’avanguardia di questa globalizzazione e ci offrono uno stile di vita che presto sarà uno stile di vita per molti di noi. Loro sono l’avanguardia...”. E buonanotte al secchio.Enzo Ferro
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