Lombardia, non solo Rognoni: ecco gli stipendi d’oro di dirigenti e (presunti) manager
 











Scandalo e stupore ha sollevato la notizia che Mauro Moretti, l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, guadagna 850mila euro annui. Una cifra esorbitante? Antonio Rognoni, il direttore generale di Infrastrutture Lombarde scelto da Roberto Formigoni, ne guadagna 953mila 526,95. Scelto nel 2004 dall’allora governatore lombardo, rimasto in carica ufficialmente fino a gennaio scorso (ma di fatto ancora operativo fino all’arresto di giovedì), Rognoni portava a casa in un anno — al lordo — quasi un milione. Sommava la carica in Infrastrutture — totale 586mila 611,95 euro, di cui poco più di 300mila per gli incarichi di responsabile unico dei procedimenti — e quella da 367mila euro di consigliere di amministrazione e consigliere delegato in Cal, Concessioni autostradali lombarde, ovvero la sorella minore di Infrastrutture nella galassia delle partecipate del Pirellone.
L’opposizione chiede più controllo sulle nomine nelle partecipate: e ineffetti i dati forniti — su richiesta — dalla Regione non sono proprio alla portata di tutti. Detto più chiaramente: sui siti delle varie società, come su quello della Regione, è quasi impossibile rintracciarli con chiarezza. O, come nel caso di Finlombarda, non corrispondono ai dati regionali: il direttore generale Giorgio Papa (nominato nel 2011 in quota Lega) guadagna, secondo i dati della Regione, 319mila 945,36 euro, ma Papa sul sito di Finlombarda risulta avere un compenso totale di 347mila 200 euro, di cui 67mila 200 come premio di risultato e il resto come retribuzione base. In ogni caso molto più di quanto guadagna, per esempio, il segretario generale della Regione, l’ex vicepresidente lombardo Andrea Gibelli: retribuzione base 223mila 200 euro, premio di risultato 50mila 760 euro, totale poco meno di 274mila euro.
Nella classifica degli stipendi delle società controllate dalla Regione, soltanto il direttore generale di Lombardia Informatica, Luigi Pellegrini, prende menodi Gibelli: 242mila 490 euro, di cui 55mila di incentivo. Curiosamente la stessa cifra risulta essere lo stipendio di Giovanni Catanzaro, fino all’anno scorso presidente di Lombardia Informatica: la sua gestione delle casse della società è stata messa sotto la lente dalla giunta Maroni appena insediata, con un audit interno, scoprendo così spese ingiustificate, tra viaggi e abbonamenti allo stadio e a teatro. Il Pd, dopo molte richieste, è riuscito a leggere le retribuzioni annue lorde dei dirigenti della società nel 2013: i primi 21 dirigenti hanno portato a casa complessivamente 2 milioni e mezzo di euro.
Ma spesso basta omettere una voce — bonus, incentivi, premi di risultato — per dare informazioni fuorvianti: sul sito non si riesce ad avere un quadro delle retribuzioni, ma gli ultimi dati disponibili, aggiornati a settembre scorso, indicano uno stipendio base lordo di 140mila 390,04 euro a Cecilia Felicetti (nominata direttore generale di Arexpo, dimessasi venerdì perchéindagata) e tra i 165 e i 170mila euro — sempre al netto dei premi di risultato — ai manager Maurizio Malandra (agli arresti domiciliari) e a Vittorio Peruzzi (indagato). La Corte dei conti ha aperto a gennaio un fascicolo sulle spese di rappresentanza delle due società controllate dalla Regione. Le opposizioni — compreso i 5 Stelle — gridano allo scandalo per gli stipendi dei manager.
Ma anche in Trenord non si guadagna male: il sito della società che si occupa dei trasporti regionali, e che il governatore Roberto Maroni sogna di vedere fusa con Atm (anzi, con Atm «annessa», come da dichiarazione di un suo assessore) racconta dettagliatamente il curriculum dell’amministratore delegato Luigi Legnani (che è anche vicedirettore generale di Fnm spa), ma non il suo compenso. Fa sapere la Regione che nel 2013 è stato di 319.305 euro ma ha avuto «carattere eccezionale per eventi societari, ma nel 2014 sarà inferiore a 300mila euro». Chissà se si avvicinerà a quello di Bruno Rota,presidente e direttore generale
di Atm (260mila euro totali, la metà del suo predecessore Elio Catania), o se resterà più vicino a quello di Stefano Cetti, direttore generale di Metropolitana milanese (controllata del Comune), che oscilla intorno ai 300mila euro annui. Oriana Liso,repubblica

 









   
 



 
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