Lagarde, Fmi, scopre l’acqua calda: l’austerity porta disoccupazione
 











Udite, udite! Il Fondo monetario internazionale, membro della troika responsabile delle politiche economiche che stanno strangolando l’Europa, si è accorto che le terapie sin qui adottate dall’oligarchia finanziaria per fronteggiare la crisi la stanno in realtà aggravando. C’è qualcosa di paradossale nell’allarme con cui Christine Lagarde, direttrice del Fondo, denuncia quasi 20 milioni di disoccupati nel Vecchio Continente. Sentite: "Quando la disoccupazione è alta - dice attingendo a profondità inesplorate del pensiero economico - la crescita è lenta perchè la gente consuma meno e le aziende investono e assumono meno". Dunque - prosegue Lagarde - " la strada più efficace per rafforzare l’occupazione è la crescita perché un punto percentuale di crescita in più nelle economie avanzate ridurrebbe la disoccupazione di metà di un punto percentuale, ovvero fa tornare al lavoro 4 milioni di persone’’. Ma come si deve fare per promuovere lo sviluppo cosìpesantemente inceppato? Qui finisce il ’ravvedimento’ del Fmi che torna a riproporre come terapie le stesse ricette che hanno portato alla drammatica implosione economica e sociale dell’Europa. Eccoci serviti: il Fondo ripropone la vecchia litania  dell’eccessivo debito di cui aziende, famiglie e governi si dovrebbero sgravare. Sentite di nuovo Lagarde: "In un contesto di bassa crescita, il trucco è muoversi gradualmente fino a che il mercato lo consente con politiche ancorate all’impegno di un risanamento fiscale sostenuto a un ritmo ragionevole nel medio termine. E il risanamento dovrebbe essere visto come un’occasione per rendere il budget più orientato alla crescita’’. Tutto, dunque, si risolve nell’invito a moderare, ’con juicio’, strategie che rimangono solidamente ancorate al dogma monetarista.









   
 



 
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