La Turchia inaugura il tunnel sotto il Bosforo. 13 km complessivi, 1,4 direttamente sotto lo Stretto. A 58 metri sotto il livello del mare, il più profondo tunnel del mondo. Una linea per la metropolitana, due per pendolari ed un’altra per l’alta velocità. Tre stazioni sotterranee per un’opera finanziata dal Giappone (Jica) e dalla Banca Europea degli Investimenti (Bers). Due miliardi e mezzo di dollari per un investimento realizzato con 5 anni di ritardo, ma solo perché si è recuperato un antico porto archeologicamente interessante. Particolare da sottolineare: il tunnel trovasi a solo 20 km dalla faglia sismica Anatolica Settentrionale, una delle più pericolose al mondo. Che aggiungere? Niente, solo comunicare ai lettori quel senso di impotenza e di rabbia per quanto gli altri sono capaci di realizzare in tutto il mondo. Tranne che in Italia. Ed in Sicilia in particolare. Attraverso il Bosforo passano ponti e, sotto, tunnel. Nello Strettodi Messina transitano solo due traghetti con treni (scassati) e vetusti mezzi navali privati. Nel silenzio dei politici complici e senza alcun segno di pubblica reazione. Per onestà aggiungo che, se a Messina hanno eletto un sindaco (pur rappresentante di una minoranza reale di cittadini) No Ponte, i siciliani ci meritiamo questo (e pure peggio). Fautori e propugnatori sempre e solo del No, non sappiamo dare risposte esaurienti ai problemi del territorio o della gente. O, magari, sapremmo pur darli ma, non avendo seguito, è come se predicassimo al vento. P.s. uso il plurale per coinvolgere quelli, piú autorevoli di me, che si sono spesi per il Ponte sullo Stretto. Di Messina, non del Bosforo. Grazie per l’attenzione. Vincenzo Mannello Caro Mannello, purtroppo le Cassandre non godono, nel BelPaese di una qualche fama. "Rinascita" ha per lungo tempo condotto solitariamente la battaglia di sostegno comunque alle "grandi opere" dimenticate in Italia.Qualche sprovveduto ha anche scambiato (volutamente? mah...) la nostra posizione, ai tempi, per un sostegno indiretto alle proposte del Cavaliere. In realtà abbiamo soltanto cercato di indicare l’unico cammino possibile per frenare - almeno - il progressivo degrado economico, sociale, nazionale della nostra patria: ricordando che l’energia nucleare ci avrebbe sottratto dalla dipendenza totale alle multinazionali dell’energia e restituito un po’ di sovranità nazionale e di ricerca scientifica d’eccellenza; che le telecomunicazioni o la siderurgia di nuovo in mani pubbliche avrebbero ricondotto la nostra società ad un’indipendenza di fatto dalle colonizzazioni altrui; che i trasporti avrebbero risolto l’impasse delle comunicazioni nella penisola; che le industrie strategiche sono un bene nazionale, di tutti; che le autostrade avrebbero "riunito" l’Italia; che un tunnel (preferito da noi) o un ponte, avrebbe fermato il declino. No. dobbiamo assistere impavidi e in ginocchio, ai colpidi maglio sul nostro futuro. Alla consumazione delle rapine di Nuovo Pignone, Alitalia, Ilva, ex Telecom, ex Cnen, quasi-ex Eni con sberleffo finale. Siamo persone - tu e noi - che predicano nel deserto. I "problemi" italiani sono ben altri. I partitocrati se ne fregano del benessere dei cittadini. u.g. P.S. Lo sapevi, Vincenzo, che il ponte sul Bosforo è uno dei grandi progetti (a suo tempo) realizzati dal genio italiano (Enel,Cesi,Cise)?
|