Staminali per riparare la cornea: italiano il primo farmaco al mondo
 











Le staminali per ridare la vista a pazienti che hanno subito gravi ustioni della cornea. L’Italia segna una vittoria nella corsa alla medicina rigenerativa grazie all’approvazione da parte della Commissione europea del primo farmaco al mondo a base di queste cellule. Holoclar diventerà presto disponibile per tutti i pazienti che subiscono incidenti sul lavoro o domestici o in qualche modo vengono danneggiati da agenti chimici. Il trattamento è in grado di ricostruire l’epitelio che ricopre la superficie corneale danneggiata. Tutto partendo da poche cellule staminali che vengono moltiplicate in laboratorio.
La conquista arriva grazie al lavoro di ricerca di Graziella Pellegrini e Michele De Luca, docenti dell’università di Modena e Reggio Emilia che da sempre studiano nel campo della medicina rigenerativa e da vent’anni lavorano sul farmaco. Per arrivare all’autorizzazione europea è stata costituita una società, la Holostem terapie avanzate, chevede la partecipazione dell’Università e della Chiesi farmaceutici, azienda molto impegnata nel campo della ricerca. Le cellule vengono lavorate nel centro di medicina rigenerativa "Stefano Ferrari" finanziato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena. Dall’aspetto clinico della ricerca si è occupato l’oculista del San Raffaele di Milano, Paolo Rama, che ha seguito decine di pazienti per anni.
Arrivare all’autorizzazione è stato difficile e ha richiesto molto tempo, ma adesso le cellule si possono coltivare secondo standard farmaceutici in grado di garantire ai pazienti sicurezza ed efficacia. "Dopo aver messo a punto colture cellulari a base di cellule staminali epiteliali per la cura di diverse patologie a carico degli epiteli di rivestimento, dalla pelle per i grandi ustionati alla ricostruzione dell’uretra, abbiamo scoperto che le cellule staminali che consentono la rigenerazione della cornea risiedono in una piccola area al confine tra la cornea, la parte trasparente alcentro dell’occhio, e la congiuntiva. la parte bianca attigua, che si chiama limbus", spiega Pellegrini.
Si stima che i pazienti che potrebbero essere trattati con Holoclar in Europa possano essere un migliaio all’anno, e il trapianto può avvenire anche ad anni di distanza dall’incidente, con una percentuale di successo superiore all’80%. E nelle persone che hanno avuto lesioni profonde permette una prima ricostruzione, per poi essere in grado di fare il tradizionale trapianto di cornea.
Il prossimo obiettivo del team di ricercatori e imprenditori emiliani è quello di sviluppare nuovi prodotti di terapie avanzate, come la terapia genica per la cura dell’epidermolisi bollosa o "sindrome dei bambini farfalla", applicata fino ad ora con successo sui primi due pazienti al mondo. E sviluppare nuovi protocolli sperimentali e clinici con altre cellule staminali degli epiteli di rivestimento come congiuntiva, uretra, mucosa orale ed epiteli respiratori.Michele Bocci,repubblica









   
 



 
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