Da Rosetta ai dinosauri. La top ten delle scoperte scientifiche del 2014
 











L’anno della cometa. O, meglio, l’anno in cui siamo scesi sulla cometa. Potrebbe essere questo lo slogan del 2014, se pensiamo alle imprese scientifiche di quest’anno. Lo storico "accometaggio" di Philae, il piccolo lander della missione europea Rosetta, è infatti il successo scientifico del 2014, secondo alcune delle varie classifiche pubblicate in questo periodo. Già pochi giorni fa Physics World aveva incoronato l’impresa di Rosetta come evento scientifico dell’anno, un parere confermato anche dalla prestigiosa rivista Science, che ha pubblicato la sua consueta top ten delle scoperte scientifiche dell’anno.
Anche Repubblica.it ha guardato indietro al 2014 e raccolto una top ten delle imprese scientifiche più interessanti, ricordando anche i contributi dei ricercatori italiani. È una lista che non pretende di essere completa, ma che vuol dare un "assaggio" della scienza del 2014. Sono ricerche in campi così disparati che è impossibile dare unordine di importanza, per cui li ricordiamo partendo dalla scienza dell’infinitamente grande fino all’infinitamente piccolo.
A cavallo della cometa. A pensarci, sembra fantascienza. Viaggiare per sei miliardi di chilometri nello spazio, e dopo dieci anni arrivare puntuali all’incontro con una cometa. E, come se non bastasse, far scendere su quella cometa un piccolo robot grande come una lavatrice. Eppure è quello che sono riusciti a fare gli scienziati della missione europea Rosetta, che il 12 novembre hanno fatto scendere il lander Philae sul nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Philae per tre giorni ha catturato l’attenzione di tutto il mondo e ci ha regalato le prime immagini ravvicinate del nucleo di una cometa. Ora si è "addormentato" e speriamo tutti che, avvicinandosi al Sole, riuscirà a raccogliere abbastanza luce da ricaricarsi e "svegliarsi". Intanto, qui sulla Terra, tutti celebrano la sua impresa come il successo dell’anno.
I vagiti del cosmo? Quest’annopotremmo avere ascoltato i primi "vagiti" dell’Universo neonato. O forse no. La comunità scientifica si sta ancora interrogando sulla scoperta annunciata a marzo dagli scienziati di BICEP2, un esperimento al polo sud che avrebbe rivelato l’"impronta" delle onde gravitazionali emesse subito dopo il Big Bang, il grande "scoppio" da cui è nato l’Universo. Le onde gravitazionali, perturbazioni dello spaziotempo provocate dal movimento di grandi masse, furono previste da Albert Einstein quasi un secolo fa ma non sono ancora mai state viste direttamente. In particolare, le onde gravitazionali primordiali aiuterebbero a capire l’inflazione, una fase dell’evoluzione cosmica in cui l’Universo si è "gonfiato" in maniera esponenziale. BICEP2 ha cercato le tracce di queste onde nella radiazione cosmica di fondo, considerata l’"eco" del Big Bang. Una misura estremamente difficile e delicata, su cui gli scienziati sono ancora scettici e stanno investigando più a fondo.
Gli oceani di Encelado. Secerchiamo tracce di vita nel Sistema Solare, dovremmo andare a guardare su Encelado, una delle lune di Saturno. Sfruttando i dati della missione Cassini, un gruppo internazionale coordinato da Luciano Iess dell’Università "La Sapienza" di Roma, ha scoperto la presenza di un enorme lago al di sotto del polo sud di Encelado. Questa enorme massa d’acqua è a contatto con un fondale roccioso, dove potrebbero avvenire reazioni chimiche di primaria importanza. "C’è una ragionevole certezza", ha ricordato Iess, "che in quell’oceano nascosto possa esistere un ambiente potenzialmente favorevole alla vita".
La strada per Marte. Grande successo per la capsula Orion che, lo scorso 5 dicembre, ha compiuto il suo primo volo orbitale arrivando a quasi 6000 chilometri dalla Terra. Orion, considerato successore delle capsule Apollo e dello Space Shuttle, può trasportare un equipaggio da quattro a sei persone non solo sulla Stazione Spaziale Internazionale ma anche sulla Luna, sugli asteroidi e suMarte. Il volo, durato quattro ore e mezzo e considerato un grande successo, apre la via ai prossimi passi, decisamente più ambiziosi. Un primo volo automatizzato intorno alla Luna nel 2018 e il primo volo con equipaggio dopo il 2021. Fino all’impresa, ancora lontana, dello sbarco dell’uomo su Marte dopo il 2030.
In diretta dal cuore del Sole. Come è fatto il "motore" del Sole? Per scoprirlo, gli scienziati non usano i telescopi, ma appositi esperimenti capaci di rivelare particelle subatomiche, in particolare i neutrini. Osservando queste sfuggenti particelle, gli scienziati dell’esperimento Borexino ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso hanno misurato con altissima precisione l’energia emessa nelle catene di fusione nel nucleo del Sole. La scoperta, apparsa su Nature, ha visto un grande contributo italiano ed è apparsa anche nella top ten di Physics World.
Il più grande dinosauro di sempre. Alto 26 metri e pesante 65 tonnellate. Sono queste le misure del Dreadnoughtusscherani, un gigantesco dinosauro vissuto circa 77 milioni di anni fa. Forse il più grande dinosauro che abbia mai camminato su questo pianeta a giudicare dallo scheletro ritrovato lo scorso settembre in Argentina. Come discusso su Scientific Reports, i resti costituiscono circa il 70% dello scheletro e hanno permesso di determinare che l’esemplare non era completamente cresciuto, ma fornisce un ottimo esemplare di quella classe di gigantesche creature che i paleontologi chiamano titanosauri.
Il cervello in un chip. Per elaborare le informazioni, gli scienziati cercano di ispirarsi ai meccanismi in atto nel nostro cervello. Seguendo questo approccio "neuromorfico", alla Ibm sono riusciti a costruire TrueNorth, un piccolo chip che analizza le informazioni in un modo simile a quello che accade nel nostro cervello. Il chip è costituito da più di 5 miliardi di transistor, che lavorano insieme come tanti neuroni e possono risolvere problemi molto complessi. Secondo gli scienziati, questotipo di approccio allo sviluppo di nuovi processori per computer potrebbe portare una rivoluzione nell’informatica del futuro.
Nuove lettere per l’alfabeto genetico. Potremmo definirlo "super-Dna", quello prodotto nei laboratori dello Scripps Research Institute in California. I ricercatori sono infatti riusciti a costruire molecole di Dna che non solo contengono la Adenina, Citosina, Timina e Guanina, ovvero le quattro molecole alla base del codice genetico degli esseri viventi. Sfruttando un batterio di E. Coli ingegnerizzato ad hoc, i ricercatori hanno creato un Dna che contiene due "lettere" aggiuntive e lo hanno fatto riprodurre. Il risultato, particolarmente apprezzato in un sondaggio aperto ai lettori di Science, è apparso su Nature e apre la strada a nuove interessanti applicazioni, dallo sviluppo di nuovi farmaci alle nanotecnologie.
Compressioni quantistiche. Continua la corsa verso i computer quantistici, che invece di utilizzare i classici bit "0" e "1" sfrutteranno leleggi della Meccanica quantistica per codificare le informazioni in "bit quantistici", o qubit. Come discusso su Physical Review Letters, un gruppo di ricercatori canadesi e giapponesi è riuscito a comprimere le informazioni di 3 qubit, sfruttandone solo due. La ricerca si è basata su fotoni, ovvero "pacchetti" di luce, ma potrebbe essere applicata anche ad atomi e molecole, e costituisce una via innovativa per aumentare le capacità di calcolo dei computer del futuro.
Verso la fusione nucleare. Un giorno forse potremo sfruttare la fusione nucleare per produrre energia, riuscendo a riprodurre in modo controllato i processi che avvengono all’interno delle stelle. Un nuovo importante passo verso questa nuova fonte di energia è stato fatto al National Ignition Facility (Nif) di Livermore, in California, uno dei laboratori più avanzati al mondo dove si studia la fusione. Il team di Livermore è riuscito a estrarre dalla fusione una quantità di energia maggiore di quella assorbita dalcombustibile per iniziare la fusione. Il risultato, frutto di un lavoro di oltre cinque anni, è un passo importante, anche se la strada verso la fusione nucleare controllata è ancora molto lunga.
Due "stelle" italiane. Se parliamo di successi ed eventi legati alla scienza del 2014, noi italiani non possiamo dimenticare l’impresa di due nostre "stelle", che si meritano un posto speciale in questa top ten. Pensiamo ovviamente a Fabiola Gianotti, nominata di recente Direttore Generale del Cern di Ginevra, e di Samantha Cristoforetti, prima astronauta italiana. Due donne di cui dobbiamo tutti andare fieri, e che ci ricordano come la scienza italiana, nonostante i pochi finanziamenti, riesca a essere sempre in primo piano.Massimiliano Razzano,repubblica

 









   
 



 
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