CORTEO PER DON DIANA NEL ’REGNO’ DEI CASALESI
 







di Patrizia Sessa




La camorra lo ha ucciso 15 anni fa, nella sua chiesa. Ma don Peppe Diana sembra essere ancora vivo. Quel no ai clan che lui ha ribadito in tutti i modi oggi, in tanti, lo hanno ripetuto. E lo hanno fatto nella terra dei Casalesi, a Casal di Principe (Caserta). Li’ dove la camorra ha ucciso, ha fatto affari. E dove oggi, forse, ha subito una sconfitta. In migliaia sono venuti da tutta Italia. Studenti, famiglie, immigrati hanno sfilato lungo strade per anni macchiate di sangue: quelle dei boss Francesco Schiavone, detto Sandokan, e Giuseppe Setola.
Oggi, pero’, in tanti hanno voluto dimostrare che "Casalesi è il nome di un popolo, non di un clan". In 25mila - stimano gli organizzatori - hanno preso parte al corteo organizzato dall’Associazione Libera e dal Comitato Don Peppe Diana. Certo, dicevano in tanti, "la camorra c’e’ e ci sara’", ma intanto oggi, la città considerata epicentro del clan dei Casalesi è scesa in strada a testa alta, haesposto le lenzuola bianche ai balconi, ha applaudito per dire il suo no.
Il papà di Don Peppe, Gennaro Diana, i Casalesi li conosce bene visto che gli hanno ammazzato ’Pinuccio’.  Di una cosa è convinto: "Stanno peggio dei morti". "Pensavano di aver conquistato la libertà uccidendo mio figlio - dice - ed invece da allora è iniziata la loro fine. Basta guardare quanta gente oggi c’é". Ed infatti anche coloro che, come gli studenti, don Peppe non lo hanno mai conosciuto, oggi ripetevano le sue parole. C’é chi le ha scritte sugli striscioni (’Per amore del mio popolo non tacero"), e chi come don Luigi Ciotti le ha ripetute ad alta voce, "perché attuali". Alla gente, ai giovani, don Ciotti ha chiesto di essere "profeti come don Diana, di saper legge il presente". Alla politica ha chiesto che "i diritti diventino carne". Poi un appello alla Chiesa "che deve parlare chiaro, non deve fare sconti a nessuno", deve "cacciare fuori le donne e gli uomini di mafia, le ambiguità". DonCiotti ha chiesto fatti e "continuità nella lotta", e come lui lo hanno fatto i presidenti della Regione Campania, Antonio Bassolino, e della Regione Lazio, Piero Marrazzo, che hanno preso parte al corteo.
Una parola, continuità, che sarà scritta su un cartello all’ingresso di Casal di Principe "per ricordare a tutti che la camorra la vogliamo combattere davvero", dice il sindaco Cipriano Cristiano. Anche la Camera ha ricordato don Diana. In un giorno in cui le terre dei Casalesi sono state in parte ’trasformate’ nelle terre del prete anticamorra: su oltre venti ettari confiscati, a Castel Volturno e a Cancello ed Arnone, nascerà la cooperativa sociale ’Le terre di don Peppe Diana’. Produrrà mozzarella, energia pulita, lavoro. I nomi, centinaia, delle vittime delle mafie oggi sono stati letti uno dopo l’altro. Medaglie al valore civile sono state consegnate alla famiglia di Domenico Noviello, che denunciò i suoi estorsori, e di Federico Del Prete, sindacalista anche lui ucciso daiclan. Il tutto mentre, Casal di Principe, forse anche sotto gli occhi di qualche boss, la camorra, oggi, ha provato a combatterla. 

 









   
 



 
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