Terra dei Fuochi, un anno dopo è ancora emergenza
 











I cittadini di quelle città a cavallo tra Napoli e Caserta chiedono solo due cose: rinascita e riscatto. Invece ottengono solo ritardi, un interesse che invece di essere permanente è fluttuante, incerto, incostante. La Terra dei Fuochi è ancora sede di una delle più grandi emergenze ambientali del nostro Paese. E a un anno dalla trasformazione in legge del decreto Terra dei fuochi, la situazione resta di una gravità assoluta. I programmi annunciati non sono ancora attuati, i progetti di bonifica sono carenti e i dati epidemiologici rilevati sono preoccupanti. La denuncia arriva da Legambiente, che ha pubblicato il dossier "Terra dei Fuochi, a che punto siamo".
Un punto che si avvicina in modo preoccupante a quello di non ritorno. Nel rapporto si legge che "i risultati delle indagini dirette sui terreni di 51 siti definiti a rischio in 7 comuni non sono ancora stati resi noti": inaccettabile visto che i dati avrebbero dovuto essere diffusi entroil 9 giugno scorso. E nei 57 comuni della Terra dei Fuochi ci sono ancora 1.335 siti potenzialmente inquinati su cui non sono state fatte ancora analisi dirette. Su oltre 2mila siti contaminati individuati nell’area dell’ex sito di interesse nazionale "Litorale Domitio Flegreo e Agro Aversano", solo per lo 0,2% sono stati fatti o sono in corso le attività di bonifica, solo il 21,5% è stato caratterizzato e analizzato, mentre per circa il 74% non è stata ancora svolta nessuna attività.
Preoccupanti anche i dati che riguardano la salute dei cittadini. Legambiente denuncia come "secondo una ricerca condotta dall’Istituto superiore di sanità (Iss) ci sarebbe un picco di mortalità e di ospedalizzazione nella popolazione residente in 55 comuni della Terra dei Fuochi per diverse patologie tumorali". Troppi bambini "ricoverati nel primo anno di vita per tumori e troppi tumori al sistema nervoso centrale nella fascia di età 0-14 anni", le parole che si leggono nel dossierdell’associazione.
"Nell’ultimo anno sulla Terra dei fuochi abbiamo assistito ad una strisciante operazione di sottovalutazione del problema e di ingiustificata rassicurazione", spiega Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente. Un silenzio che ha rallentato "tutto il processo di risanamento". Tra le emergenze quella che riguarda l’immediata approvazione del ddl sugli ecoreati in discussione al Senato a quasi un anno dall’approvazione alla Camera. Il messaggio di Legambiente è netto: "il popolo inquinato e la parte sana dell’economia non possono più aspettare".
E la denuncia di Legambiente riguarda anche e soprattutto la continua proliferazione di attività illecite. I dati migliorano ma sono comunque imbarazzanti. Nel 2014, secondo il monitoraggio degli incendi curato dai Vigili del Fuoco, sono stati censiti 2.531 roghi di rifiuti, materiali plastici, scarti di lavorazione del pellame e di stracci nelle province di Napoli e Caserta. E sempre più all’ordine delgiorno le attività illecite connesse allo smaltimento dei rifiuti come dimostrano i 45 arresti i 210 sequestri di veicoli impiegati per il trasporto illegale di rifiuti e i 245 sequestri di aree interessate da scarico abusivo e combustione di rifiuti.
L’esasperazione dei cittadini è alta. Se ne fa portavoce Michele Buonomo, presidente di Legambiente per la Campania. "Serve un’azione rivoluzionaria che restituisca chiarezza e trasparenza sullo stato di contaminazione di questo territorio, dei suoli e delle falde, che predisponga le adeguate misure di bonifica e di contrasto alle illegalità e che dia tutte le informazioni necessarie ai cittadini". E l’attività di denuncia non sarà la sola che vedrà impegnata l’associazione. Altro punto centrale, infatti, è la valorizzazione del territorio. L’obiettivo è la messa a punto di "un modello agricolo virtuoso come stiamo facendo con l’iniziativa Campania Terra dei Cuochi, che sta girando per l’Italia e l’Europa proprio per far conoscere itanti prodotti di eccellenza della nostra terra".
Infine, le proposte. Dalle risorse ulteriori per il "Patto per la Terra dei fuochi" fino al rafforzamento delle strutture che operano i controlli sul territorio. Poi l’immediata approvazione del ddl sugli eco reati. Per velocizzarnee l’approvazione Legambiente e Libera hanno promosso l’appello "In nome del popolo inquinato: subito i delitti ambientali nel codice penale" sottoscrivibile sul sito http://www. change. org/legambiente-ecoreati . Le firme raggiunte sono già 65mila. Carmine Saviano,repubblica









   
 



 
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