La Regione Puglia è fuori dai giochi per la realizzazione del gasdotto Tap: il procedimento per l’autorizzazione unica aperto presso il ministero dello Sviluppo è stato rimesso alla Presidenza del Consiglio dei ministri. L’ulteriore confronto che si aprirà nel tentativo di arrivare ad una soluzione condivisa con la Regione e con il territorio, in realtà, sarà solo di facciata perché la legge spiega con chiarezza che il Consiglio dei ministri - laddove non si raggiungano le necessarie intese - ha il potere di superare ogni ente e adottare comunque la decisione. Il gasdotto Trans Adriatic Pipeline si farà e quasi certamente arriverà a San Foca, perché il Governo italiano lo ritiene "opera strategica e urgente". Il provvedimento della Direzione generale per le infrastrutture energetiche è di qualche giorno fa e conclude, di fatto, la conferenza di servizi aperta il 3 dicembre e nel corso della quale il Comune di Melendugno, la Soprintendenza per iBeni architettonici e la Regione Puglia hanno espresso parere negativo al progetto della multinazionale, che ha già ottenuto il parere favorevole del ministero dell’Ambiente. Già nel caso della procedura Via, il contrasto tra ministero dell’Ambiente e dei Beni culturali (il primo favorevole all’attuale ipotesi di gasdotto, il secondo contrario) determinò la rimessione della questione al Comitato paritetico presso il Conisglio dei ministri. Superato lo scoglio Via il procedimento si trasferì presso il Mise, che, nelle ultime settimane, ha valutato delibere e pareri ritenendo che il no della Soprintendenza sia superato dalla delibera con cui il Consiglio dei ministri ha autorizzato la Via, mentre la delibera di diniego dell’intesa della Regione "non dà margini a tentativi di superamento del dissenso". Da qui la determina che giunge come una doccia gelata sul Comune di Melendugno, gli ambientalisti del Comitato No Tap e tutti coloro che da anni si battono contro il gasdotto. L’iterautorizzativo, infatti, appare ormai prossimo alla conclusione e solo un clamoroso colpo di scena giudiziario potrebbe rallentare il cammino della Tap. Numerose sono state, negli anni, le denunce di irregolarità, inoltrate alla magistratura penale e amministrativa, ultima delle quali quella relativa a presunti illeciti consumati proprio durante la procedura Via. Davanti al tar del Lazio, invece, resta aperta la causa sullo stop imposto dal Comune di melendugno ai sondaggi a terra, avviati dalla multinazionale nello scorso ottobre. La decisione dovrebbe arrivare ad ore, dopo l’udienza nella quale accanto a Tap - per difendere l’opera - si sono schierati anche il ministero dell’Ambiente e la Presidenza del Consiglio dei ministri, per i quali l’opera deve essere realizzata al più presto. Chiara Spagnolo,repubblica
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