Troppe di discariche in Italia
 











In Italia ci sono troppe discariche. E al ritmo attuale di smaltimento di rifiuti saranno colme entro i prossimi due anni. Nonostante questo l’Italia potrebbe avere potenziali benefici economici e sociali fino a 15 miliardi con il raggiungimento degli obiettivi Ue sui rifiuti al 2030, e in particolare con il target del 70% di riciclo. E’ il primo Was annual report sul ’waste manegement’ che scatta una fotografia sull’industria dei rifiuti in cui, oltre a promuovere lo Sblocca Italia, si fa presente tra l’altro che serve una Strategia nazionale per la prevenzione. La gestione della spazzatura nel nostro Paese - si afferma nel report messo a punto dal think tank italiano sull’industria del waste management di cui fa parte anche Althesys (la società di consulenza strategica ambientale) - è "ancora troppo sbilanciata sulle discariche": in alcune aree vengono usate per oltre il 90% della produzione di rifiuti; la media nazionale si attesta al 37%.
Lasituazione è critica in Sicilia, Calabria, Lazio, Puglia e Liguria. Le regioni che hanno meno impianti sono anche quelle con i livelli di raccolta differenziata più bassi. Guardando poi ai Piani regionali viene fuori "la tendenza a continuare a puntare sulle discariche" oppure "a non prevedere soluzioni per lo smaltimento". E, per esempio, i termovalorizzatori "raramente giungono a costruzione: della capacità totale prevista dagli ultimi Piani (2,5 milioni di tonnellate per 16 regioni al 2013) ne è stata realizzata meno del 20%". Per gestire i quasi 30 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti in Italia "la ricetta è già indicata dall’Europa e prevede da un lato l’aumento delle percentuali di raccolta differenziata e il recupero dei materiali e dall’altro la termovalorizzazione dei rifiuti indifferenziati". L’Italia è infatti "distante dai Paesi del nord Europa", dove in alcuni casi l’uso della discarica è pari a zero. Tra i primi passi da compiere dal respiro europeo c’è ilraggiungimento della quota di riciclo: il 50% nel 2020 e il 70% nel 2030. Poi, la prevenzione con l’introduzione di un obiettivo di riduzione dei rifiuti alimentari del 30% entro il 2025.
Quanto allo Sblocca Italia - racconta il bocconiano Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys descrivendo uno degli scenari contenuti nel report - il provvedimento, infatti andrebbe "nella giusta direzione prevedendo la realizzazione di una rete nazionale degli impianti di recupero e smaltimento", recuperando il gap di infrastrutture a livello europeo. Quello che serve insomma è riuscire a cogliere la sfida di "industrializzazione" del settore che "ad oggi continua ad essere molto frammentato"; così come l’avvio di "una vera e propria Strategia nazionale per i rifiuti". Dall’analisi dei 70 maggiori operatori emerge che "le performance migliori" sono delle "imprese di grandi dimensioni e più integrate: nel 2013 hanno realizzato circa il 50% degli investimenti", con "un rapporto medio Ebitda/Ricavi piùche doppio (32,2%) rispetto a quello degli altri". Nell’ultimo triennio i 70 migliori "hanno investito 1 miliardo di euro complessivo", soprattutto nel nord-est del Paese. La maggior parte delle 4.761 aziende autorizzate alla raccolta e al trasporto dei rifiuti urbani sono perlopiù di piccole dimensioni. Anche se i 70 maggiori operatori, pubblici e privati, coprono "il 58% dei ricavi e il 54% dei rifiuti urbani raccolti, servendo oltre la metà della popolazione". -ansa-









   
 



 
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