Onorevoli: a casa tre su quattro
 











Addenta un supplì alla buvette di Montecitorio Luigi Cesaro, deputato Pdl e presidente della Provincia di Napoli, circondato da corregionali di tutti i partiti: «Giggino...». Sorrisi di circostanza, meste pacche sulle spalle, capannelli terrorizzati, mentre si vota l’ennesima fiducia sul ddl anti-corruzione e sulla sfortunata XVI legislatura sta finalmente per calare il sipario. «Vede questo corridoio?», indica Pino Pisicchio, antica stirpe democristiana oggi accasato nel partitino di Francesco Rutelli, in Parlamento dal 1987. «Faccia conto che ogni quattro deputati ne rientrerà uno. Questo ci dicono le elezioni siciliane: messi tutti insieme i partiti oggi rappresentati in Parlamento fanno appena il 25 per cento dell’elettorato». Uno su quattro ce la fa, gli altri tre sono destinati a salutare. Si muovono più rassegnati che disperati i moribondi di Montecitorio, come si intitolava il famoso ritratto della prima legislatura repubblicana firmato daVittorio Gorresio ripreso dal primo reportage parlamentare della storia unitaria, "I moribondi di palazzo Carignano" di Ferdinando Petruccelli della Gattina (1862). «L’attuale Parlamento ha finito il suo tempo. Esso non ha più presa, non ha più eco, non ha più ragion d’essere...».
Problemi antichi. Mentre i capipartito di oggi hanno urgente bisogno di mettere in campo qualche strategia di sopravvivenza, per non crepare nella grande giostra che vedrà in palio nel giro di pochi mesi Parlamento, governo, Quirinale. E regione Lazio, regione Lombardia, Campidoglio. Vediamo quali.
Gazebo per tutti. Il Pd è in piena campagna elettorale, nessun colpo escluso. Anche l’analisi del risultato siciliano ha diviso Pier Luigi Bersani da Matteo Renzi. «Un voto storico, per la prima volta dal dopoguerra governiamo l’isola», ha esultato il segretario del Pd festeggiando il primato del candidato Rosario Crocetta, gay dichiarato, cattolico e comunista. Macché, si ribellano gli uomini di Renzi, intermini assoluti il partito ha dimezzato il consenso, da 500 mila voti a 250 mila. «E Bersani dimentica che della storia del Pd fa parte il presidente della regione Sicilia Pier Santi Mattarella ucciso dalla mafia. O forse lui pensa di essere solo l’erede del Pci?», domanda il deputato Mario Adinolfi, amico del sindaco di Firenze. Sul versante opposto, nel Pdl, le primarie sono una prima volta assoluta. E la confusione è totale: si vota per la premiership, anzi no, per la leadership, primarie di coalizione, primarie di partito, aperte, chiuse... L’unica verità l’ha detta il segretario Angelino Alfano a urne siciliane appena sigillate: «Le primarie serviranno al Pdl a passare dalla fase del movimento carismatico a quella del movimento popopolare». Traduzione: con i gazebo si chiuderà con il predellino e con il partito azienda. Si faranno le primarie per uccidere il Cavaliere ormai ingombrante, che con il suo stop and go, mi ritiro-non mi ritiro, voglio il Monti bis-ritiro la fiducia aMonti, ha messo a durissima prova la tenuta nervosa dei notabili del Pdl. Lunedì sera, con il partito che nella sua regione perdeva tre quarti dei suoi consensi, Alfano sembrava a un passo dalle dimissioni. Poi ha deciso di contrattaccare, a costo di apparire surreale. «Il 25 per cento del nostro candidato è un risultato straordinariamente positivo», ha esclamato di fronte ai capicorrente un po’ sconcertati. Gran giro di telefonate per invitare tutti ad attorniare il segretario nella conferenza stampa in cui Alfano ha annunciato di volersi candidare alle primarie. Presenze e soprattutto assenze valutate con attenzione. Gli uomini di An, da Gasparri a La Russa, stanno con il segretario e gli garantiscono l’appoggio di quel che resta dell’apparato post-missino. Con qualche distinguo: Giorgia Meloni, per esempio, chiede l’azzeramento del vertice e punta a fare il ticket con Alfano. Gianni Alemanno vorrebbe cogliere l’occasione per tornare a contare nel partito. E poi c’è il valzer delle(auto)candidature: Daniela Santanchè, Giancarlo Galan, Roberto Formigoni. Il redivivo Giulio Tremonti che si fa rappresentare da un professionista dei palazzi romani come Paolo Naccarato, già braccio destro di Francesco Cossiga, una garanzia. Sullo sfondo il terrore che, finito il gioco dei gazebo con un flop, Berlusconi decida di candidarsi con una lista sua. E le proiezioni sul 2013, catastrofiche: secondo l’Ipsos di Nando Pagnoncelli con l’attuale Porcellum rientrerebbero alla Camera 96 deputati del Pdl, meno 124 degli attuali. Un’ecatombe.
anta Alleanza. "Vince l’asse Pd-Udc", ha titolato il quotidiano di casa Caltagirone "Il Messaggero" all’indomani del voto siciliano. Più che un’indicazione sull’ennesima svolta di Pier Ferdinando Casini. Dopo mesi di giravolte il leader dell’Udc torna a guardare verso sinistra. Il suo partito ha retto bene la prova dell’alleanza con il Pd in Sicilia, nonostante l’assenza di Totò Cuffaro (a Rebibbia per scontare la condanna di sette anni perfavoreggiamento della mafia) e la scissione di Saverio Romano. E osserva il crollo della sinistra radicale, i guai di Nichi Vendola, nonostante l’assoluzione a Bari dall’accusa di concorso in abuso di ufficio, e di Antonio Di Pietro, sotto botta per le inchieste giudiziarie e giornalistiche e con l’Idv in rivolta. Bersani tende la mano a Pier: «Se andiamo insieme alle elezioni con il Porcellum vinciamo dappertutto, anche al Senato». Il capo centrista, però, non è convinto: meglio andare separati al voto e ritrovarsi insieme dopo. Quando ci sarà da mettere in discussione tutto, anche il nome del successore di Giorgio Napolitano. E la Santa Alleanza potrebbe essere suggellata dall’accordo sul Campidoglio: come possibile candidato di Pd e Udc c’è il ministro Andrea Riccardi. Controindicazione: la rissosità al centro sta superando il livello di guardia. Litigi tra Italia Futura (Montezemolo) e Fermare il declino (Oscar Giannino). Gianfranco Fini inabissato, al pari di Francesco Rutelli.Corrado Passera in sonno. Sotto l’etichetta del partito di Monti ancora c’è poco o nulla.
Nuova legge elettorale. Non si farà, scommettono ora gli interpreti del Palazzo. «A questo punto non ci sono alternative, bisogna blindare il Porcellum», spiega Pisicchio. «Con questa frammentazione dell’elettorato, con lo spappolamento del voto e con i grillini alle porte se togliamo il premio alla coalizione vincente l’ingovernabilità è assicurata. Casini è contrario, voleva la proporzionale, ma se ne farà una ragione». Così l’odiato Porcellum finisce per trasformarsi nella muraglia che deve bloccare l’invasione dei nuovi barbari, i 5 Stelle. E il ritorno delle preferenze? Meglio non fare nulla, anche in quel caso. Si tornerà a votare con le liste bloccate.
Partito del Nord. La Lega di Roberto Maroni sta per decidere di non candidarsi al Parlamento nazionale. Al posto del tradizionale simbolo del Carroccio sulla scheda elettorale potrebbe spuntare una lista nuova di zecca, Per il Nord,formata da esponenti leghisti, ma anche da liste civiche (su modello di quelle lanciate a Verona dal sindaco Flavio Tosi), transfughi del Pdl, società civile, Tremonti. E’ la strategia di sopravvivenza più raffinata. Fare come Lucio Battisti o Salinger. Lasciare le scene. Dissolversi. Scomparire. Barricarsi nella ridotta del Nord, ottenendo la presidenza della regione Lombardia. Anche perché a fare il resto ci hanno già pensato gli elettori. Dei leghisti oggi alla Camera, 59, si salverebbero appena una ventina. Tutti gli altri sono iscritti al gruppo di maggioranza: i moribondi. Marco Damilano-l’espresso










   
 



 
14-01-2016 - I soldi nascosti dei politici
13-12-2015 - Salva-banche, Saviano: Boschi deve dimettersi
02-11-2015 - Expo 2015, cosa rimane dopo l’evento?
16-10-2015 - Fa crollare l’Italia, poi se la compra. Ma chi è BlackRock?
26-02-2015 - La Grecia e la suggestione di uscire dall’Euro Quanto è credibile lo scenario di una Grexit?
25-02-2015 - Yanis Varoufakis, storia di un ministro col volto da duro
23-02-2015 - Dietrofront degli italiani, ora sono i più euroscettici
18-02-2015 - Forza Italia, Berlusconi blocca Fitto: la Puglia commissariata con Vitali
09-02-2015 - I grillini incontrano il pm Di Matteo: "Mattarella gli esprima solidarietà"
02-02-2015 - Quirinale, traditori azzurri: i 43 nomi della lista dei veleni
29-01-2015 - Contadino e milionario: stipendio da record per il segretario generale di Coldiretti
14-01-2015 - Napolitano apre i giochi per la successione Tutti i precedenti tra veleni e franchi tiratori
08-01-2015 - Quirinale, le primarie online del Fatto Quotidiano: il più votato è Rodotà
05-01-2015 - Se torna in campo un leader usurato
04-01-2015 - M5S: "Renzi in vacanza su volo Stato". La replica: "Non scelte ma protocolli di sicurezza"

Privacy e Cookies