Corsa alle pensioni e blocco del turnover rischiano di mettere in ginocchio la sanità pugliese. A lanciare l´allarme è stato ieri il governatore Nichi Vendola che ha ricevuto una preoccupante relazione da parte dell´assessore alla Sanità Tommaso Fiore sull´effetto perverso che la manovra Monti rischia di avere sull´ente regionale e, in particolare, negli ospedali della Puglia. «Entro poche settimane si dovranno sciogliere nodi fondamentali e vitali per il futuro della Puglia perché il combinato disposto della riforma delle pensioni e il blocco del turn over, insieme, potrebbero portare al collasso immediato del sistema sanitario in tanta parte d´Italia». Il problema riguarda tutti gli uffici regionali. Ma in maniera più massiccia quelli del comparto sanitario dove, a causa del piano di rientro, la sostituzione del personale in pensione è resa più difficile. «Immaginiamo uno scenario in cui, nel corso delle prossime settimane - ha spiegato Vendola- tutti coloro che possono, anticipino la propria uscita dal lavoro. E siamo già in una situazione di estrema difficoltà per le carenze di personale, per gli effetti delle strozzature determinate dal blocco del turn over, in una condizione di partenza che - secondo il governatore Vendola - vede la Puglia la regione più penalizzata d´Italia con decine di migliaia in meno di operatori sanitari rispetto a quello che sarebbe necessario». Non basta la relazione dell´assessore Fiore non è allarmante solo nei numeri del fenomeno. A preoccupare la Regione è la contemporanea fuoriuscita di primari e dirigenti medici che rischia di decapitare i vertici dell´assistenza sanitaria pugliese. «Determinante - sottolinea il governatore - non è solo la quantità ma anche la qualità di chi va in pensione, perché si può determinare il collasso improvviso di un reparto, di un settore, di un ospedale». Per scongiurare questo rischio la Regione sta provando a sollecitare il ministero della Salute chela prossima settimana dovrà valutare anche il raggiungimento degli obiettivi prefissati per il piano di rientro pugliese. Colloqui quotidiani, informali, con il livello politico e con quello burocratico del governo Monti sono in corso in questi giorni per risolvere i nodi legati al futuro della sanità in Puglia. «Speriamo di chiudere il 13 dicembre la vicenda del piano - ha auspicato Vendola - perché sarebbe inaccettabile non chiuderla e speriamo di avere un confronto che assuma il principio di realtà per capire che risposte dare ai problemi che noi stiamo rappresentando». Intanto dalla pubblicazione del decreto Monti l´assessore al Bilancio Michele Pelillo ha scoperto che l´aumento dell´aliquota Irpef che colpirà le buste paga di tutti i pugliesi avrà un effetto retroattivo. La maggiorazione dell´imposta ha valore partire a dal 1° gennaio 2011. L´effetto immediato di questa stangata si vedrà dunque già nelle buste paga di dicembre. E non è detto che anche la Regione non decidain sede di bilancio di previsione di ritoccare all´insù l´aliquota regionale. Ad avanzare formalmente questa richiesta è stato l´assessore al Welfare Elena Gentile che ieri ha indirizzato una lettera aperta a Nichi Vendola per sollecitare scelte coraggiose sui servizi sociali. "I tagli per le categorie svantaggiate sono copiosi e in questo periodo di crisi - ha scritto l´assessore del Pd - la Regione dovrebbe almeno confermare i servizi essenziali. In altre Regioni, ormai da alcuni anni si è fatta la scelta coraggiosa, ma trasparente insieme, di dichiarare la necessità di una addizionale Irpef finalizzandola chiaramente verso la spesa sociale. In Puglia questa è l´ora di fare scelte coraggiose, anche grazie alle notizie positive che giungono dal fronte del contenimento della spesa sanitaria".Paolo Russo-repubblica
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