La Rai farà ricorso contro il decreto Irpef del 24 aprile scorso che prevede, entro l’anno, il prelievo dalle casse della tv di Stato di 150 milioni. Proprio oggi il consiglio d’amministrazione - nonostante il tentativo di mediazione del direttore generale Luigi Gubitosi - ha approvato l’ordine del giorno del consigliere Antonio Verro. Un testo che impegna l’azienda a fare ricorso in tempi brevi al Tar, al giudice ordinario o a entrambi. E il commento di Gubitosi arriva pochi minuti dopo sulla decisione del cda: "Un atto inopportuno". Consiglio spaccato. La decisione è stata presa con sei voti a favore (Verro, De Laurentiis, Rositani, Pinto, Tobagi e Colombo), due contrari (Luisa Todini e Antonio Pilati) e un astenuto (il presidente Anna Maria Tarantola). Un cda burrascoso, il cui esito ha convinto la Todini, che aveva promesso le dimissioni "entro l’autunno" in forza del suo nuovo incarico di presidente di Poste, ad anticipare l’addio alconsiglio d’amministrazione. E l’astensione di Annamaria Tarantola, sull’ordine del giorno è motivata dal fatto che la stessa è "presidente di garanzia". Da qui il suo non pronunciarsi sulla vicenda. Le dimissioni di Luisa Todini. Il consigliere Todini motiva in questo modo le sue dimissioni: "Ritenendo inaccettabile e irresponsabile tale decisione del consiglio di amministrazione, a cui ho sempre dato durante il mio mandato un contributo autonomo e in una pura logica di interesse dell’azienda e del servizio pubblico, ho ritenuto doveroso dissociarmi in modo definitivo annunciando le mie dimissioni immediate". Il futuro. Non è automatico che si debba procedere subito alla sostituzione della Todini con la nomina di un nuovo consigliere da parte della Commissione di Vigilanza Rai. Già in passato, infatti, è accaduto che ci siano state dimissioni di consiglieri senza che si sia proceduto da parte degli organi competenti alla nomina di un sostituto. E’ addirittura c’è stato anche unmomento in cui operava una sorta di ’cda smart’ con appena tre consiglieri. Le reazioni. "Il ricorso è un gesto stupido". Il commento, duro, è del ministro dell’Interno Angelino Alfano, ospite della trasmissione di La7 "Otto e Mezzo". Alfano riferisce anche di "non aver parlato di questo con Renzi" e che i consiglieri Rai "hanno dimostrato che il meccanismo partitizzato per la governance di viale Mazzini fa dei guasti. Hanno evidenziato come così com’è non si può andare avantai: è la dimostrazione che i partiti ci devono stare poco dentro la Rai". Il sì del cda Rai al ricorso è "un voto determinato solo da logiche politiche e personali, all’insegna del tanto peggio tanto meglio. Sia ben chiaro, comunque, che tutto questo non indebolisce affatto, semmai rafforza, la volontà del governo di liberare la Rai e il servizio pubblico dalle vecchie logiche". Lo dice il sottosegretario di Stato al ministero dello Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli. E su twitter interviene anche ilpresidente del Pd, Matteo Orfini. "La decisione dei consiglieri Rai di votare per un ricorso contro il governo, azionista di maggioranza dell’azienda, è veramente sorprendente. A questo punto visto il suo comportamento lineare verrebbe da chiedere alla consigliera Luisa Todini di ripensarci e ritirare le dimissioni". Così il deputato del Pd e segretario della Commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. "Chiediamo subito l’audizione di tutti i componenti del cda", afferma Vinicio Peluffo, capogruppo del Pd nela stessa Commissione. E ancora nel Pd Lorenza Bonaccorsi, responsabile cultura del partito, chiede le dimissioni di Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo. In polemica con il Pd Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sinistra e Libertà: "Sorprende davvero che chi ha rivendicato in questi anni l’autonomia della Rai reagisca in queste ore con così tale veemenza a una libera e autonoma decisione di carattere aziendale". Sul tema anche Maurizio Gasparri, Forza Italia: "E’molto positivo che la proposta del consigliere Verro sia stata approvata per contrastare l’esproprio della Rai attuato da Renzi. I tagli previsti non arrecano nessun beneficio ai cittadini, non riducono il canone ma tolgono semplicemente 150 milioni che la gente ha pagato per destinarli alla Rai". Per l’Usigrai il ricorso contro il taglio di 150 milioni "è un atto indispensabile per riaffermare il principio dell’autonomia della Rai: in linea con tutte le normative europee, le risorse per finanziare il Servizio Pubblico non possono dipendere anno per anno dal governo di turno". E il sindacato dei giornalisti Rai commenta così la posizione di Gubitosi: "Resta incomprensibile il suo dissenso per un atto in difesa dell’autonomia e indipendenza dell’azienda.r
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