Violenze, Diritti e Fantasma
 











La violenza e le violenze   
«Condannare  la violenza senza se e senza ma»  (Bersani)
Non esiste persona ragionevole che non si dichiara favorevole a questa ovvietà; ma forse questo è il momento delle parole ovvie che restano in bilico senza pronunciamenti.
Neutralizzare la violenza si può (e si dovrebbe), basta identificare le radici e snaturarne l’efficacia.
La violenza di un singolo esagitato non è significativa, anche se rimane da condannare, anche per evitare la sindrome dell’emulazione, ma  (c’è sempre un "ma" in questa italietta di burattini e burattinai !) non bisogna sorvolare sulla quotidiana violenza che pretende l’elevazione del violento al di sopra di tutto e di  tutti, innanzitutto delle leggi.
La violenza vendicativa, contro i comunisti (a trovarli !), contro la magistratura, contro il capo dello Stato, contro la Consulta, contro la stampa, contro chiunque osi elevare critiche per essere
definito farabutto (carineria successiva alla definizione di "coglioni"), finisce sempre con il ritorcesi addosso all’autore.
Quel manifesto "Anche i ricchi piangono" segnò l’inizio della fine di una certa sinistra radicale, vendicativa e non propositiva; lo stesso dovrebbe accadere con i fautori delle vendette trasversali  esercitate nell’abuso della maggioranza...
"La Costituzione è vecchia, la cambierò"  
come se il Parlamento non fosse altro che un ameno luogo elargitore di privilegi e diritti, esautorando i doveri.
Non basta condannare LA VIOLENZA se non si condannano LE VIOLENZE.
Diritti e privilegi 
I diritti appartengono a quella categoria comportamentale che hanno nei doveri un controvalore equilibrato ed equilibrante; non si possono (o non si potrebbero) vantare diritti se non vengono (o non venissero) bilanciati dai doveri.
Quando viene meno il rapporto diritti/doveri non viene meno la normalità dell’azione, viene
solo spostata in avanti, come i paletti di identificazione, per diventare un privilegio, riservato a pochi. ma buoni.
Così il privilegio non viene controllato e dimensionato in base alla logica del rapporto sostanziale, ma diventa un assunto illeggibile, incomprensibile, ma viene imposto come un diritto esonerato dal dovere.
Mentre l’intero pianeta subisce la divisione tra mondo opulento e mondo sottosviluppato, tra abuso del superfluo e mancanza dell’indispensabile, tra produttori e consumatori, tra creditori e debitori, tra ricchi e miserabili, tra potenti e deboli (che diventano "terroristi" quando si ribellano ai soprusi) in Italia, unico paese al mondo, viene forgiata una ulteriore divisione tra i titolari di privilegi, nuove divinità dell’arrivismo, e i sottomessi alla lunga teoria dei doveri a cui non sempre corrispondono diritti di analoga prestanza.
E’ la cronaca scritta dal più forte, una cronaca che non diventerà mai storia, come saranno esclusi dalla medesima i
fautori e beneficiari dei privilegi, perché nella storia si entra attraverso l’Arco di trionfo, non certo sgattaiolando, furbescamente, da una porta di servizio.
Un fantasma minaccioso. ma è solo un fantasma.   
Un fantasma si aggira nei meandri delle Istituzioni democratiche, repubblicane, costituzionali, parlamentari; un fantasma che condiziona i venduti, i vendibili, i corrotti, i corruttibili, trasformandoli  in altr’e tanti fantasmi, inconsistenti ma pericolosissimi... ma si tratta solo di fantasmi.
I "fantasmi" sono l’idea di ciò che pensiamo, sono la proiezione di un mondo inesistente, perché collocato fuori dal tempo e dallo spazio. Tali fantasmi non appartengono al tempo: tutto ciò che appartiene al passato può esaltare o suscitare timori; ciò che è proiettato nel futuro non è altro che desiderio onirico materializzato nel nulla.
Fuori da questa categoria di fantasmi spazio-temporali ne esiste però una terza genìa, che nessuno
prende nella dovuta considerazione: sono i fantasmi del presente, quelli che vivono giorno dopo giorno accanto a noi oppure dall’altra parte del pianeta, è indifferente.
Sono i fantasmi più inutili perché non lasciano spazio alla fantasia, essendone privi, per cui nulla hanno da dire.
Il passato con i suoi fantasmi si studia, si analizza, si critica e si interpreta; il futuro con i suoi fantasmi si immagina, si programma, si intuisce, si prevede, si auspica; i fantasmi del presente sono inattuali, scavalcano l’immaginazione e la annullano, solo se e quando qualcuno li ascolta, non intuendo che si tratta di fantasmi; possiedono la loro verità che non prevede analisi o critiche oppure programmazioni o intuizioni futuribili, e non sarebbe un male se non tentassero la carta di coinvolgere gli altri. sfruttando il potere mediatico che ipnotizza senza convincere.
Si può essere continuare ad essere condizionati da un fantasma ?
Rosario Amico Roxas