L’arte di essere artisti
 







di Rosario Ruggiero




L’arte, notoriamente, è frutto anche dei valori epocali, e questo finisce con l’incidere pure sull’elezione dei suoi sacerdoti, così in questi nostri giorni consacrati ad un divismo rivolto alle grandi masse, che fa quindi leva sulle pulsioni grossolane dei più, piuttosto che sulla raffinatezza di pochi, anche il mondo concertistico si vota a questo andazzo, ed ecco assurgere a gloria planetaria l’esibizionismo circense di un giovane pianista cinese come pure l’abbigliamento audace ed il piglio aggressivo, o le pose melliflue, delle più giovani interpreti.
Indubbio il virtuosismo di velocità e chiarezza, ed una professionalità ammirevole per straordinaria infallibilità tecnica, più latenti però i meravigliosi incantesimi sonori che caratterizzavano certi grandi maestri del passato anche più recente, le personalità particolarmente incisive che venivano fuori dalle loro esecuzioni e, soprattutto, quel concetto etico di musicista al servizio della
musica, tanto caro, ad esempio, ad un gigante del calibro di Aldo Ciccolini, anziché della musica al servizio dell’esecutore per favorirne sostanzialmente popolarità e guadagni.
Una concezione di umiltà ed amorevolezza verso l’arte dei suoni che ci sovviene ogni volta che scompare un esponente di quella antica, nobile maniera, come, recentemente, il violinista Giuseppe Prencipe.
Nato a Manfredonia, il 6 giugno 1925, l’artista pugliese poteva vantare una formazione di prim’ordine. Aveva studiato nella capitale, al conservatorio “Santa Cecilia”, con Mario Corti e Pina Carmirelli, quindi si era perfezionato con George Enescu e Jacques Thibaud all’Accademia Chigiana di Siena.
A parlarcene, con competenza ed autorevolezza, Armando Notari, violinista, titolare di cattedra, diplomato presso il conservatorio napoletano di “San Pietro a Majella”, con il conseguimento, in seguito, del diploma accademico di secondo livello in violino,  del biennio abilitante di secondo livello per
la formazione di docenti di strumento musicale e con al suo attivo concerti svolti anche con prestigiosi solisti e direttori d’orchestra quali Krystian Zimermann, Laura De Fusco, Massimo Pradella, Peter Maag, Riccardo Muti, Piero Bellugi o Giuseppe Sinopoli.
«La mia conoscenza di Prencipe – ci racconta - anche se indiretta, risale ai miei primi anni di conservatorio, in quanto il mio insegnante, Claudio Di Martino, era stato suo alunno e ricordava costantemente  le qualità tecniche e musicali di Prencipe, di cui orgogliosamente ne tramandava la scuola. Successivamente ho avuto la fortuna di conoscere il maestro personalmente, frequentando il “Corso di qualificazione professionale per orchestra – Orchestra Giovanile Italiana” presso la Scuola di musica di Fiesole, dove lui era il docente preparatore della fila dei primi violini».
Quali erano queste sue qualità tecniche e musicali?
«Prencipe è stato un violinista dalla tecnica brillante ed espressiva, che
gli consentiva di dare alla sua interpretazione una precisione in qualsiasi circostanza. La qualità del suo suono era sempre raffinata, essendo dotato di una cavata intensa e sensibilissima. Nelle sue interpretazioni traspariva l’eleganza e la grazia della scuola franco-belga, portate dal suo perfezionamento all’Accademia Chigiana di Siena con George Enescu e Jacques Thibaud».
E le caratteristiche umane?
«Il ricordo che ho dalla mia conoscenza personale di Prencipe durante la frequenza al corso di Fiesole, è quello di un maestro severo ed esigente. Pretendeva il massimo da ogni allievo ma, essendo sempre pronto a dare fiducia ed incoraggiare chi era in difficoltà, alla fine delle lezioni era anche ammirato e ben voluto da tutti».
Qual è stata la sua attività didattica, concertistica e la sua incidenza nel mondo musicale?
«Ha fatto parte, come solista, dei “Virtuosi di Roma”, con i quali ha partecipato a numerosi tour in tutto il mondo. Nel
dopoguerra è stato uno dei fondatori dell’Orchestra “Scarlatti” di Napoli, nella quale ha ricoperto per circa trent’anni il ruolo di violino solista e di spalla. Negli stessi anni ha svolto attività didattica come titolare della cattedra di violino presso il Conservatorio “San Pietro a Majella”.   Successivamente   è   stato   invitato   a   ricoprire   il   ruolo   di   Primo   violino   solista all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Dal 1973 ha suonato in duo con il pianista Sergio Fiorentino, con il quale ha tenuto concerti nei maggiori teatri italiani. Alla Scuola di musica di Fiesole ha tenuto per circa quindici anni il Corso per violino di spalla ed è stato il docente preparatore della fila dei primi violini dell’Orchestra Giovanile Italiana. Ha curato molte prime esecuzioni ed ha inciso per Decca e Deutsche Grammophon».
La realtà musicale
da lui vissuta?
«Basterà sicuramente ricordare che l’Orchestra Scarlatti negli anni in cui Prencipe ne è stato il primo violino era una formazione di livello internazionale, apprezzata nelle sue tournée in tutto il mondo e diretta, oltre che dal suo direttore stabile Franco Caracciolo, da musicisti come Celibidache, Maazel o Maag, per dirne solo alcuni».