Vatileaks, indagati gli autori dei due libri-inchiesta Nuzzi e Fittipaldi
 











I giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, autori dei libri “Avarizia” e “Via crucis“, sono indagati nell’ambito dell’inchiesta vaticana sulla fuga di documenti riservati della Santa Sede. Il caso è esploso nei giorni scorsi, alla vigilia dell’uscita nelle librerie dei due titoli quando, a seguito della fuga di notizie, la Gendarmeria vaticana ha arrestato monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui - poi rimessa in libertà – che in passato erano stati rispettivamente segretario e membro della Commissione referente di studio e indirizzo sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede, istituita dal Papa nel luglio 2013 e successivamente sciolta dopo il compimento del suo mandato. In “Avarizia” (Feltrinelli) il giornalista de L’Espresso Fittipaldi racconta ricchezza, scandali e segreti della Chiesa di Francesco, basandosi su documenti della Cosea, la commissione creata da Bergoglio per fare chiarezza nelle finanze vaticane. Il prelato che ha passato le carte avrebbe detto al cronista: “Devi scrivere un libro. Devi scriverlo anche per il Papa. Che deve sapere”.
Una fuga di notizie sulla quale anche Bergoglio è intervenuto duramente: “Rubare documenti è reato, un atto deplorevole”, ha detto durante l’Angelus dell’8 novembre, rompendo così il silenzio sull’oggetto delle due pubblicazioni. E il Vaticano mantiene inflessibile la sua posizione. Il direttore della sala stampa, padre Federico Lombardi ha dichiarato che “l’Autorità giudiziaria vaticana ha aperto un’indagine in merito alla diffusione del documento” riguardante l’Apsa, l’organismo vaticano competente per l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. “Nei giorni scorsi sono apparsi su agenzie e organi di stampa articoli che riferiscono in maniera parziale e imprecisa – si legge in un comunicato della sala stampa – il contenuto di un documento confidenziale, ipotizzando che in passato l’Apsa sia stata
strumentalizzata per un’attività finanziaria illecita. L’Autorità giudiziaria vaticana ha aperto un’indagine in merito alla diffusione del documento. L’Apsa – sottolinea la nota del Vaticano – ha sempre collaborato con gli organi competenti, non è sotto indagine e continua a svolgere la propria attività nel rispetto della normativa vigente”.
Sul caso Vatileaks e la recente fuga di notizie è intervenuto anche il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino che a Famiglia Cristiana dice: “Il materiale reso pubblico il Papa lo conosce benissimo perché è lui, sulla spinta degli incontri pre-Conclave, che ha fatto fare queste ricerche e ha intrapreso il processo di riforma”. La riforma messa in atto dal Pontefice, prosegue Galantino, “era desiderio anche di Benedetto XVI. Fu lui, durante una Via Crucis, a parlare di sporcizia dentro la Chiesa. Ma la Chiesa ha sentito l’esigenza di chiamare per nome questi peccati, questi abusi, questi atteggiamenti che non sono in linea col Vangelo
né con il buon senso né con il bene delle persone”.
Nei giorni scorsi il direttore di Radio Maria, don Livio Fanzaga, aveva pesantemente attaccato i due cronisti dai microfoni dell’emittente. “Li impiccherei“ aveva detto, aggiungendo: “Quello che mi scandalizza sono i giuda, i giornalisti che hanno la lingua biforcuta; mi fanno nauseare, mi fa fatica pregare per loro, perché io li impiccherei quasi quasi”. E ha concluso: “Ricordo che Giuda, dopo aver concluso l’affare, si andò ad impiccare”. Giuliano Ferrara, poi, aveva offeso i due cronisti definendoli “due smerdatori professionali”.di F. Q. | 11 novembre 2015