Yanis Varoufakis, storia di un ministro col volto da duro
 











Si autodefinisce un «discreto economista di seconda categoria». Oggi è il ministro delle Finanze della Grecia. Serio, energico, Yanis Varoufakis ha fatto il giro delle capitali europee nei giorni scorsi con la sua camicia color blu pendente sotto una giacca di pelle, con l’obiettivo di ridurre il debito e proporre un nuovo corso per l’economia greca. Alla fine ha fatto ben pochi progressi sul fronte politico. Ma, indubbiamente, ha stravolto l’immagine convenzionale dei ministri delle Finanze, visti solitamente come noiosi individui in grisaglia che macinano solo numeri.
Alcuni commentatori “à la page” lo hanno definito sgarbatamente come un buttafuori da discoteca, che fa apparire il primo ministro, Alexis Tsipras, come un uomo d’affari. In realtà, entrambi hanno un seducente aspetto da star cinematografiche: Tsipras assomiglia allo Sean Connery di “Agente 007 - Licenza di uccidere”, Varoufakis al pugile invecchiato dalla testa rasata di “Pulp
Fiction”, il famoso film di Quentin Tarantino del 1994.
E come il personaggio interpretato da Bruce Willis, il neo ministro delle Finanze è arrivato alla sua prima riunione di gabinetto su una moto Yamaha da 1.300 centimetri cubi di cilindrata. Non gli mancano di certo le ammiratrici: «Accidenti, il ministro delle Finanze greco è proprio sexy», ha scritto l’europarlamentare socialista portoghese Isabel Moreira sulla sua pagina Facebook.
L’abbigliamento casual prediletto da Varoufakis e da altri ministri greci, è più di una semplice scelta di stile. È una dichiarazione che Syriza, il partito di sinistra radicale che domina la coalizione di governo ad Atene, è un movimento anti-establishment che cerca di sfidare l’ortodossia economica di marca tedesca.
Non è un caso che, durante la sua prima settimana densa d’impegni, Varoufakis abbia voluto dare dimostrazione di questo atteggiamento durante la conferenza stampa congiunta tenuta a Berlino con Wolfgang Schäuble. Dopo che il
ministro delle Finanze tedesco aveva osservato, con tatto, che insieme avevano concordato di essere in disaccordo su come affrontare i problemi economici della Grecia, Varoufakis ha replicato: «Forse non siamo d’accordo nemmeno su quello».
Nato ad Atene nel 1961 da una famiglia borghese che lo ha fatto studiare in una scuola privata, Varoufakis è un economista con molti interessi, dalla cucina thailandese alla letteratura inglese. Dopo la vittoria elettorale di Syriza ha preso in prestito per il suo blog le parole del poeta gallese Dylan Thomas: «La democrazia greca oggi ha scelto di smettere di scivolare docilmente verso il buio della notte. E ha deciso di ribellarsi contro il morire della luce».
Il padre del neo ministro delle Finanze era stato internato a Makronisos, un’isola utilizzata come campo di prigionia gestito dal governo per la rieducazione politica dei greci che avevano combattuto dalla parte dei comunisti nella guerra civile del 1946-1949. Ma nonostante il suo
passato di estremista, papà Varoufakis divenne in seguito capo della più grande fabbrica di acciaio della Grecia. La madre di Varoufakis era un’ardente femminista militante dell’Unione delle donne di Grecia, fondata dai membri del Pasok, il partito socialista ellenico, per promuovere la parità di genere.
Il giovane Varoufakis maturò un interesse per l’economia dopo aver incontrato Andreas Papandreou, l’economista che aveva fondato il Pasok e che divenne poi primo ministro socialista della Grecia. Yanis si è laureato in questa disciplina alla Essex University, un vivaio di idee radicali, al tempo. Prima di emigrare in Australia nel 1988, ha insegnato in questa università e in quella di Cambridge.
Docente molto popolare presso l’università di Sydney, ebbe un suo spazio in un programma televisivo locale dedicato alla diaspora greca, in cui espose le sue idee critiche sulla gestione dell’economia da parte del governo conservatore, presieduto a quell’epoca da John Howard. E acquisì
anche la cittadinanza australiana.
Nel 2000 venne invitato da Yannis Stournaras, un professore che ora è governatore della banca centrale del Paese, a far ritorno in Grecia per insegnare teoria economica all’università di Atene. «È stato una nuova recluta di straordinario valore. Ed ha fornito, tra l’altro, un importante contributo alle nostre conoscenze sulla teoria dei giochi», ha dichiarato Stournaras.
Questa sua competenza è stata utile negli Stati Uniti, dove nel 2012 è stato assunto come economista da Valve, una società di videogiochi on line. Si è affermato come uno dei principali commentatori della crisi finanziaria della Grecia dopo aver lanciato un blog, “Thoughts for the post-2008 world” (in italiano “Pensieri per il mondo post-2008”). Raramente fa battute. Dopo un’intervista televisiva post-elettorale, ha scritto: «Da ammiratore della Bbc, devo dire che sono rimasto inorridito dalla profondità delle imprecisioni del servizio in cui è stata riportata questa intervista
(per non parlare della maleducazione del presentatore). Comunque sia... è stato divertente!».
È sposato, in seconde nozze, con Danae Stratou, un’artista famosa per le sue installazioni, in compagnia della quale è apparso spesso nei bar alla moda di Kolonaki, il quartiere esclusivo di Atene.
Si è autodefinito variamente come un «discreto economista di seconda categoria» e come un «marxista libertario». Siede in parlamento con i deputati di Syriza, ma non è un membro del partito. Finché godrà della fiducia di Tsipras questo non avrà molta importanza, ma se irriterà la fazione ultraradicale, la sua non appartenenza al partito potrebbe trasformarsi in una debolezza, col rischio di essere estromesso dal governo.
Per il momento, però, Varoufakis, per dirla con le sue stesse parole, sta «combattendo la battaglia giusta», nel tentativo di convincere i ministri delle Finanze che indossano cravatte che è nel loro stesso interesse alleviare il peso del debito della Grecia, se necessario
attraverso una sua «intelligente ristrutturazione», anziché con la cancellazione definitiva di parte della sua esposizione con l’estero, oggi pari a 315 miliardi.
La storia, egli crede, è dalla sua parte. In una dichiarazione rilasciata al “Financial Times”, ha sfoderato il suo sorriso più affascinante e ha citato una lezione dall’antica Grecia: «A volte le democrazie più grandi e potenti si sono indebolite schiacciando quelle più piccole».
Traduzione di Mario Baccianini
Gli autori sono rispettivamente il direttore del Financial Times Europe e ?il corrispondente da Atene
© The Financial Times Limited 2015