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Giovani ricercatori, 5250 progetti al palo per il bando Sir che non parte. Tweet collettivo per Matteo Renzi |
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Stamattina il premier Matteo Renzi riceverà sul profilo Twitter del governo un appello "social": un tweet collettivo indirizzato a lui in persona con l’hashtag #albandolaricerca. Ci sarà scritto: Caro @matteorenzi, @SteGiannini non risponde e noi continuiamo ad abbandonare l’Italia #albandolaricerca #bandoSIR. Sotto ci sono, virtualmente, le firme di migliaia di giovani ricercatori italiani in attesa di sapere qualcosa sul bando Sir, emanato il 23 gennaio 2014 dal Miur. Speranzosamente intitolato alla "Scientific Independence of young Researchers", il bando ha l’obiettivo di sostenere i giovani ricercatori nelle fasi iniziali "della propria attività di ricerca indipendente". Oltre 47 sono i milioni di euro a disposizione per studiosi under 40, con un dottorato conseguito negli ultimi sei anni, per progetti di tre macroaree (Scienze della vita, Scienze fisiche e ingegneria, Scienze umanistiche e sociali). Il ministero, allora guidato da Maria Chiara Carrozza dichiara di ispirarsi agli "Starting Grants" dell’European research council (Erc), bandi europei tra i più selettivi e prestigiosi. Una novità nel panorama italiano dove la fuga dei cervelli è effetto della cronica scarsità di finanziamenti, di un sistema "feudale" che spesso taglia le gambe a iniziative realmente indipendenti. A riprova delle buone intenzioni, i progetti Sir devono essere presentati in inglese; a valutarli, chiarisce il bando, saranno esperti scelti in una rosa di nomi proposta proprio dall’Erc: questo a tutela dell’imparzialità della selezione, ispirata esclusivamente a criteri di eccellenza. In meno di due mesi (il bando si chiude il 13 marzo 2014) piovono sul Miur oltre 5250 progetti. A riprova della cronica fame di fondi che affligge i ricercatori italiani. Il limite di risorse è di un milione a progetto, il che vuol dire che, se tutti hanno puntato al massimo, neanche uno su cento sarà finanziato. Ma il bando non è ancora chiuso che arriva il primo intoppo: solo il 25 febbraio 2014, con un mese di ritardo, il Miur chiede all’Erc i nomi dei valutatori. A metà luglio la risposta dell’ente europeo: la richiesta italiana è impossibile da soddisfare. A settembre, il ministero è costretto a modificare il bando per decreto: errata corrige, i valutatori saranno italiani, ma pur sempre di altissimo livello. Una novità che espone il Sir a ricorsi e impugnazioni, getta un’ombra sull’effettiva imparzialità dei valutatori, rende quantomeno inutile la stesura dei progetti in inglese. Ma pazienza: i 47 milioni sono lì che aspettano. I "giovani scienziati" anche. Il primo effetto del pasticcio è il clamoroso ritardo nella valutazione: i comitati di selezione si insediano il 20 ottobre, 9 mesi dopo l’uscita del bando. Il ministero assicura che la prima fase di selezione (che si svolge solo sul "summary" dei progetti, 4mila battute spazi inclusi) si chiuderà entro fine anno. Dopo, il nulla. Ma da febbraio, ogni lunedì, migliaia di ricercatori si collegano affannosamente al sito del Sir (sir. miur. it) in attesa dei comunicati che i solerti tecnici del ministero pubblicano sullo stato di avanzamento della selezione. Testi che sono tutto un programma. 2 febbraio. "Risulta definitivamente valutato quasi il 90 dei 5.250 progetti presentati. Per i rimanenti progetti continuano a manifestarsi ritardi soltanto nel 3% dei casi (...). Continua l’attività di sollecito, da parte di MIUR e CINECA, nei confronti dei revisori che debbono completare le loro valutazioni". 9 febbraio. La valutazione è "praticamente completata. I ritardi nella conclusione delle valutazioni riguardano ormai soltanto una quarantina di progetti (...)". Di fronte alla lacunosità delle informazioni, a espressioni approssimative come "il 90" (senza neppure il simbolo "%"), "praticamente completato", "una quarantina", gli (aspiranti) young researchers fanno un salto sulla sedia. La settimana scorsa quattrocento di loro, riuniti in un gruppo su Facebook, prendono carta e penna e scrivono al ministro Giannini. Nella lettera, oltre a denunciare la "gestione assolutamente non professionale" del concorso, chiedono notizie della versione "senior" del Sir, cui dovevano essere riservati 53 milioni di euro. E del nuovo bando, quello 2015, del quale parimenti non si ha notizia. "Questione delicata", spiegano, "visto che alcuni di noi, se il bando 2015 dovesse ’saltare’, potrebbero non avere più i requisiti (di età, ’anzianità’ del titolo o entrambi)" per partecipare al successivo. E non rinunciano a confronti impietosi: "al bando per le European Fellowships Marie Curie - altre borse europee molto prestigiose - che scadeva l’11 settembre 2014, è servito meno tempo per pubblicare i risultati definitivi della selezione", benché il numero dei candidati fosse addirittura maggiore: 6425. Lunedì16 febbraio il sito del Sir è preso di nuovo d’assalto. La lettera, il tam tam sui social network: i 5250 "principal investigator" (e alle loro spalle almeno altrettanti componenti di ciascun gruppo di ricerca) sono certi che la pressione mediatica avrà effetto. Ma il comunicato del Miur, on line dal pomeriggio, è di nuovo una doccia fredda: "Restano ormai soltanto 21 progetti per i quali continuano a manifestarsi dei ritardi. Tuttavia, nel frattempo, essendo ragionevole prevedere la conclusione di tutte le valutazioni entro dieci giorni, sono stati avviati i contatti per fissare le riunioni finali dei singoli Comitati di Selezione. Tali riunioni si svolgeranno tra il 27 febbraio e il 2 marzo". Spunta dal nulla, quindi, un ulteriore step. Riunioni in cui la valutazione dei "summary" sarà ridiscussa in discussione prima di essere resa nota. E dopo il 3 marzo nulla sarà finita: per i fortunati che rientreranno nella "fascia A" si dovrà aspettare la valutazione complessiva. Cui seguirà (nel 2016?) la fase delle interviste per definire l’effettiva entità dei fondi da erogare. Su internet i commenti sono i più disparati. Si va da chi propone di abbandonare in massa il concorso per dare un segno d’indignazione a chi si prende gioco degli esperti di comunicazione del ministero: "Non posso fare il comunicato, devo finire un livello in Candy Crush Saga". Da chi adotta l’approccio logico-matematico, tentando di calcolare la progressione del numero di progetti ancora in ritardo in base alla legge di Decay, all’inguaribile ottimista: "Sono sempre più convinto che abbiano fatto correggere i progetti per intero, è matematicamente impossibile che abbiano impiegato 4-5 mesi per leggere degli abstract". E c’è persino chi, prima di partire per l’estero, si è tolto la soddisfazione di scrivere una mail al Miur. Contenuto? "Vergognatevi, io vado a lavorare in Svizzera". Chissà se riceverà mai risposta.Chiara Righetti,repubblica |
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