Forza Italia, Berlusconi blocca Fitto: la Puglia commissariata con Vitali
 











Forza Italia, quasi una rivoluzione. Silvio Berlusconi rimescola le carte in Puglia. L’alta tensione con il padre-padrone local degli azzurri, Raffaele Fitto, lo spinge per la prima volta dopo vent’anni a mettere con le spalle al muro la sua ormai ex "protesi", che razzola da poco più di tre lustri nell’arcipelago forzista. Sua emittenza manda così in onda un film a cui nessuno da queste parti era abituato ad assistere: commissaria il partito, affidato al brindisino Luigi Vitali, sottosegretario alla Giustizia nei governi Berlusconi II e Berlusconi III nonché grande amico del presidente, che "mi chiama quando ha bisogno".
Ma la principale caratteristica di questo avvocato prestato alla politica, è quella di non essere un fittiano duro e puro. Anzi. Tant’è che proprio in queste ore a chi gli telefona per fargli gli auguri - la nomina verrà ratificata
nel corso della prossima riunione del Comitato di presidenza di Forza Italia - Vitali parlando
di Fitto non fa giri di parole: "Se va in rotta di collisione con Berlusconi, lui sa già da che parte mi schiero io". La prima cosa che farà quando finalmente gli cuciranno sulle spalline i gradi di comandante in capo? "Incontrerò i coordinatori provinciali, i parlamentari e i consiglieri di via Capruzzi, innanzi tutto. Poi mi metterò a girare per la Puglia come una trottola, da Foggia a Santa Maria di Leuca".
La prima patata bollente saranno le liste per le elezioni di maggio. "I candidati forzisti li sceglierà Silvio" ripete Vitali ogni volta che può. E lascia immaginare che il fu enfant prodige della politica berlusconiana in salsa pugliese, non avrà più carta bianca come accadeva fino a oggi. Fitto non più tardi di quarantott’ore fa, aveva bollato come "impensabile" il fatto di voler estromettere dal mazzo "amici e colleghi". "Non so chi verrà escluso, ma quello che stabilirà il da farsi sarà solo Berlusconi" racconta il predecessore di Vitali, Francesco Amoruso, sei legislature
tra Camera e Senato e da sempre regista della destra nel tacco d’Italia, dal Msi a Fi passando per An e Pdl. Berlusconi con il cambio della guardia, non gli dà il benservito. Lo nomina piuttosto alla guida delle Politiche per il Sud: dipartimento che non esisteva e che crea perché Amoruso, seguace di Maurizio Gasparri, non resti con la bocca asciutta.
Pure lui non figura tra i fittiani di provata fede ("Ho fatto una scelta chiara a favore di Berlusconi e di Fi"), ma a quanto pare avrebbe potuto procurargli qualche imbarazzo la necessità di pronunciare più di un no in faccia a Fitto nel momento in cui dovrà essere messa in piedi la squadra per le regionali. Questo fanno sapere da Palazzo Grazioli, il quartier generale romano di S. B. Amoruso non si pente di aver tirato fuori dal cilindro il nome dell’oncologo Francesco Schittulli come aspirante alla successione di Nichi Vendola: "Ne ave- vo fatto altri di nomi, c’erano in ballo il sindaco di Andria Nicola Giorgino, Nino Marmo, il
direttore del TgNorba Enzo Magistà. Ma alla fine il presidente ha preferito Schittulli, l’unico che era in grado di garantire l’unità della coalizione di centrodestra". Va avanti: "Quanto alle liste che verranno, nessuno vuole estromettere Fitto. Ma sarà Berlusconi a selezionare i competitori giacché in passato si è trovato di fronte a formazioni preconfezionate. I concorrenti?
Dovranno essere freschi dal punto di vista anagrafico, competenti e depositari di importanti pacchetti di consensi. Inoltre la nuova legge elettorale prevederà verosimilmente una maggiore partecipazione al voto, delle donne, e noi ci stiamo attrezando per una forte presenza femminile. Fitto giura di non volere presentare una lista autonoma? Io dico invece che più liste ci sono e meglio è. Ce lo ha insegnato Pinuccio Tatarella che non dobbiamo chiuderci a riccio". Lello Parise,repubblica