Milleproroghe, governo cambia norma su frequenze tv. Scontro con Forza Italia
 











La rottura del patto del Nazareno rischia di trasformarsi in un boomerang per Forza Italia e per il suo leader Silvio Berlusconi. A scatenare i sospetti degli azzurri un emendamento voluto dal governo al Decreto legge Milleproroghe approvato poco prima di Capodanno dal Consiglio dei ministri. Un testo che, rispetto alla formulazione iniziale, sembrerebbe penalizzare Rai e Mediaset.
L’articolo 3 del provvedimento viene riformulato dall’esecutivo in maniera molto diversa rispetto a come era uscito dal Cdm: infatti ora sarà un decreto del Ministero dello Sviluppo economico a determinare "in modo trasparente, proporzionato allo scopo, non discriminatorio" l’importo dei diritti amministrativi e dei contributi per i diritti d’uso delle frequenze televisive in tecnica digitale. Secondo alcune fonti di centrodestra in base a questa norma Rai e Mediaset sarebbero chiamate a redistribuire agli altri operatori 50 milioni di euro. Per molti la norma è una
ritorsione per la rottura del patto del Nazareno. Anche il timing, in effetti, sembra prestarsi a questa interpretazione.
Nel testo precedente, invece, la questione era semplicemente congelata almeno fino alla fine del 2015. Ora sarà il governo a decidere quanto dovranno sborsare Rai e Mediaset. L’emedamento, dopo una mattinata di discussione nelle commissioni congiunte Bilancio e Affari Costituzionali della Camera, è stato alla fine accantonato e rinviato alla prossima settimana.
Dall’esecutivo, però, negano qualsiasi rapporto tra l’emendamento e la fine del patto del Nazareno. "Posso capire la tensione di questi giorni - afferma il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Telecomunicazioni Antonello Giacomelli - ma suggerirei di tenersi ai fatti e non agli stati d’animo. L’emendamento in questione riporta alla piena titolarità del governo la riforma delle norme relative al canone frequenze che abbiamo annunciato già da agosto 2014, anche con una lettera scritta
ad Agcom".
"Le norme vigenti - spiega Giacomelli - non prendono compiutamente atto del passaggio dall’analogico al digitale e determinano quindi distorsioni ed un onere eccessivo sugli operatori di rete", sottolinea ancora Giacomelli.
Si compiace per la norma anche il deputato Pd Michele Anzaldi, segretario della Commissione Vigilanza Rai, che rivendica la bontà dell’emendamento governativo. "Frequenze tv: stop agli sconti per Rai e Mediaset. Cittadini tutelati e bloccato pasticcio Agcom. Promessa mantenuta #lavoltabuona".repubblica