|
|
Rifiuti, stop della Corte di giustizia Ue ai Fondi europei |
|
|
|
|
|
|
|
|
La Corte di giustizia europea conferma le decisioni con cui la Commissione ha rifiutato di pagare all’Italia i contributi finanziari per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti in Campania. "L’Italia - si legge in una nota della Corte di giustizia dell’Unione europea - non ha adottato tutte le misure necessarie allo smaltimento dei rifiuti in detta regione". La procedura di infrazione fu aperta nel 2007 ed era relativa agli anni precedenti, fino al 1999. Nella sentenza pronunciata oggi, la Corte dichiara che "giustamente il Tribunale ha paragonato l’oggetto del procedimento d’infrazione avviato dalla Commissione con quello della misura Fesr e che ha dunque avuto ragione nel confermare che la Commissione aveva dimostrato un nesso sufficientemente diretto fra la procedura d’infrazione e l’oggetto delle domande di pagamento Fesr dichiarate inammissibili. Infatti, da un lato, il procedimento d’infrazione riguardava l’intero sistema di gestione e smaltimento dei rifiuti in Campania, inclusi il recupero o la raccolta e l’inefficacia della raccolta differenziata. Dall’altro lato, gli interventi che sarebbero dovuti rientrare nella misura in parola includevano gli aiuti per la creazione di un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, il recupero o la raccolta dei rifiuti a valle della raccolta differenziata nonchè la realizzazione di discariche. La Corte respinge quindi tutti gli argomenti dell’Italia ed il ricorso nel suo complesso. Il rifiuto - conclude la nota - della Commissione di pagare all’Italia i contributi finanziari per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti in Campania è dunque confermato". "Dal 2010 la Regione Campania, guidata da Stefano Caldoro, ha fatto tutto quello che, per legge, doveva fare. Lo conferma, paradossalmente, proprio la sentenza della Corte di giustizia di Bruxelles che inchioda impietosamente alle proprie responsabilità chi ci ha preceduto ed oggi cerca di speculare per esigenze elettorali e per nascondere le colpe. Infatti Il procedimento si riferisce al periodo di programmazione 2000-2006." Così l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano sulla decisione della Corte di Giustizia Europea con la quale è stato respinto il ricorso dell’Italia. "La sentenza - prosegue Romano - stabilisce un principio legato alla mancata pianificazione degli scorsi anni circa il ciclo dei rifiuti urbani e le bonifiche delle aree inquinate. La Commissione europea, sulla base della sentenza, potrebbe non riconoscere parte delle spese sostenute con il POR 2000-2006. Invece, grazie alla Giunta Caldoro e alla approvazione del piano dei rifiuti urbani, del piano dei rifiuti speciali e del piano regionale delle bonifiche, operativi da oltre due anni, la Regione sta regolarmente certificando alla Commissione Europea gli investimenti del Por Fesr 2007- 2013 riguardanti i rifiuti".r
|
|